256 stra a titolo d’onore la costruzione delle prime galee, a due ordini di remi, simbolo non solo di solerte attività militare, ma anche indice dello sforzo di adeguare gli strumenti tecnici al progressivo incremento della marina (1). 7. — La vigorosa opera di rinnovamento, che tra successi e sconfitte, accresceva potenza e dignità al ducato, non ispirava giusta riforma agli ordini costituzionali. Dall’anonima folla popolare emergeva una piccola casta aristocratica, quella dei primates, composta dai tribuni (2), che nell’ordinamento dello Stato non aveva posto nè funzione precisa e definita. Non sorprende che la fonte del potere ducale fosse abbandonata all’arbitrio senza regola e norma. Essa era l’ultima a risentire gli effetti della lenta evoluzione. Desta meraviglia invece che gli organi politico-amministrativi non si spostassero dal rigido schematismo iniziale. Nella gerarchia non si incontravano che il duca e il correggente padre e figlio, fregiati anche dei titoli onorifici bizantini di spatario e ipato, e i tribuni, così come nella gerarchia ecclesiastica figuravano sempre e soltanto il patriarca gradense e il vescovo di Olivolo. Il testamento del prelato castellano, il vescovo Orso, nell’853, smentisce a sufficenza qualunque postumo asserto contrario. Alla compilazione dell’atto solenne parteciparono le maggiori dignità civili ed ecclesiastiche, e tutte quelle, che esistevano, furono presenti: duchi, adorni di pomposi appellativi (gloriosissimo, eccellentissimo ecc.); prelati; (1) Iohan. Diac., Chroniccm cit., p. 115: illud etiam non est pretermit-tendum quod antedicti duces ad sua tuenda loca eo tempore duas bellicosa» naves tales perficere studuerunt, quales numquam apud Venetiam antea juit, quae greca lingua zalandriae dicuntur ; Thietmari, Chronicon, c. 13, in M. G. H., Script., Ili, 766 : salandria... est... navis mirae longitudinis et alacritatis el utroque latere duos tenens remorum ordines ac centum quinquaginta nauta». (2) Cfr. Pact. Loth. poem. : el cum omnibus hiis locis habitantibus tarn episcopis et sacerdotibus quam el primatibus seu reliquo populo etc. (M. G. H., Capit., II, 129 ; Documenti cit., p. 102). Test, di Giustiniano dell’829 (Gloria, Cod. dipi., I, 15 ; Documenti cit., I, 99) : Caroms tribunus, filius Bonizo, tribuno et primato. Cfr. del resto Lenel, Die Entstehung., cit., p. 116 sgg. ; Die Epochen cit., p. 245 sg. ; Roberti, Le magistrature cit., I, 30 sgg. ; Mayer, Die Ver/assungs. cit., II, 145 sg.