Il primo congresso di studi bizantini a Bucarest 5 Iogo Sotiriu e lo storico Kugeas, a quello della Bulgaria, Filov, autore di un’opera utile sull’arte del suo paese, ed anche a scienziati di cittadinanza diversa ma appartenenti alla falange germanica, benché, come a Bruxelles, fossero stati invitati i paesi soli che fanno parte della « Società delle Nazioni » (dunque anche l’Ungheria, che non mandò delegati). Nessun dominio della bizantinologia rimase trascurato. Kondakov parlò sui vestimenti orientali degli imperatori e dei cortigiani di Bisanzio; Ramsay sui motivi sociali della riviviscenza di Bisanzio nelle guerre contro gli Arabi ; DiehI sull’importanza del senato costantinopolitano in un’epoca ordinariamente considerata come sottomessa ad un regime di stretto dispotismo ; Bréhier sulla scarsa e rara opera di scultura nell’arte bizantina; Gay, in una esposizione estesa, sulla perpetuazione di Bisanzio nell’Italia meridionale, che conosce tanto bene; Collinet combattè contro Guarneri Citati sulla questione diffìcile dell’elemento romano tradizionale e deH’imprestato alle scuole orientali nella legislazione di Giustiniano; Perdrizet sui tipi artistici dell’Oriente ; Henry sull’arte moldava. Iscrizioni nuove furono comunicate da Grégoire e dal suo collega. Puig i Cadafalch cercò sconosciuti rapporti tra l’architettura del suo paese e quella della Moldavia. I Serbi parlarono sulle località mentovate nell’opera di Procopio, sull’originalità del codice di Stefano imperatore ; i Greci sulla chiesa, adesso rovinata dal fuoco fatale, di S. Demetrio a Salonicco e sugli studi bizantini nella loro patria. Fra i Romeni, oltre la nostra comunicazione sulle origini dell’iconoclasmo e il parallelo colle persecuzioni cinesi contro i monaci buddisti, nonché sulla lingua in cui sono scritte attraverso i secoli XVI e XVII le lettere greche nei Principati romeni, Bànescu di Cluj parlò sulla biografìa di Katakalon Kekaumenos; Bianu sulle miniature dei codici moldavi ; i due giovani professori : C. Marinescu, segretario indefesso del congresso, e G. Bràtianu, sui documenti catalani riguardanti l’Oriente il primo, il secondo su Pera nel medio evo; N. Constantinescu sulle condizioni agrarie nell’impero; Minea, professore a Jassy, sui Comneni (o Paleologhi?) di Crimea; Mumu sull’origine di questi stessi Comneni; DrSghi-ceanu sui riti funerari dei principi romeni. Il Kugeas espresse il lieve rammarico che non si fosse discusso sui problemi di attuazione necessaria, come il Corpus delle iscrizioni greche, come una sostituzione dei Scriptores di Bonn ed altre simili. Ma delle scoperte e dei nuovi punti di vista ce n’erano tanti che non rimase tempo per le discussioni, e poi il bel sole chiamava alla visita di un paese ricco in sorprese di natura e di arte! Cortesemente, i Greci applaudirono alla proposta serba del prossimo congresso, per l’anno 1926, a Belgrado. Auguriamo che fino lì sarà nel mondo abbantanza pace che si possa mantenere tanta fratellanza degli spiriti quanta se n’è vista in quel mese di indimenticabile lavoro culturale a Bucarest, lieta di accogliere vecchi amici e tante conoscenze nuove, tra cui illustri rappresentanti della scienza!