Bibliografia 331 Rimasti privi dei grandi capitani che li avevano fino allora guidati, i Catalani si trovavano nel massimo imbarazzo rinchiusi nella penisola di Cassandra quando iheobald di Cepoy da Negroponte li raggiunse e li convinse a passare ai suoi ordini. Il signore francese era stato incaricato da Carlo di Valois, che per il matrimonio con Caterina di Courtenay si considerava come erede dellTmpero di Costantinopoli, di organizzare a Venezia ed in Oriente l’ambiente per la prossima spedizione diretta a cacciare i greci dalla capitale del Bosforo. Theobald di Cepov strinse il 31 agosto 1307 un regolare contratto con i Catalani che si impegnavano a considerarsi come fedeli a Carlo di Valois. 11 Rubio i Lluch ebbe la fortuna di scoprire l’importante documento nella Biblioteca di Catania, e con esso potè stabilire con una certa precisione la cronologia della spedizione catalana in questi anni per cui mancano altrimenti documenti e notizie dirette. L’illustre autore segue poi i Catalani nella loro marcia su Tessalonica, che però non riuscirono ad espugnare, nei loro ripetuti tentativi per impadronirsi di Monte Athos che li attirava per le sue leggendarie ricchezze, ma che i mcnaci greci seppero difendere con le armi in pugno prima e poi ricorrendo allo stesso re d’Aragona Giacomo II, che agli inviati del monastero di Khiliandari accordò un diploma assicurante la sua protezione. I Catalani : i decisero nel 1309 a passare in Tessaglia, ma Theobald di Cepoy sia che disperasse della spedizione di Carlo di Valois, sia che giudicasse impossibile utilizzare gli agguerriti ma indisciplinati guerrieri, improvvisamente li abbandonò per rientrare in Francia. La compagnia passò finalmente al servizio di Gualtieri di Brienne, duca di Atene, terminando cosi la sua triste odissea che li aveva portati dalla Sicilia, dove avevano combattuto contro Fini lusso francese, a farsi rn Grecia sostenitori dell’egemonìa francese stessa. Francesco Cognasso. I. Bratianu : Vicina. Contribution à l’histoire de la domination bizantine et du commerce gé~ nois cn Dobrogea. (« Bulletin de la Section historique de l’Academie Roumaine », X, 1923, p. 40-77, con due riproduzioni). Motivo a non poche incertezze e discussioni fra i bizantinisti fu una sede arcivescovile di «Vitzina», inserita da varie Notitiae tra le sedi dipèndenti dal patriarcato di Costantinopoli. Alcuno inclinò ad identificare Bitziny con Budiny, Viddin, altri la collocò sulla costa russa, o sulla costa bulgara del Mar Nero, confondendola con una località presso il fiume Ditzina, ora Kamcyk, altri collocandola altrove. Il professor Bratianu, seguendo il Tomaschek, con un attento esame delle fonti bizantine, stabilì con esattezza la vera posizione di Vitzina, Wicin, sul Danubio, dove attualmente vi è la località di Macin, in faccia a Braila. NeÌl’interessante ricerca, egli segue attraverso ai testi, le varie vicende di Vitzina, prima occupata da Pekeneghi, poi centro militare bizantino, rioccupata dai Bulgari alla IV Crociata, e poi ritornata in possesso dell’impero bizantino dopo il ristabilimento della capitale a Costantinopoli. La città era, alla metà del secolo XII, come appare dai racconti del viaggiatore arabo Idrisi, dotata di considerevole popolazione, in territorio fertile, con grandi entrate oom merci ali. Sul commercio di Vitzina, il Bratianu raccoglie notizie interessanti offerte dai protocolli dei notai genovesi di Pera della fine del secclo XIII, mostrando come Vitzina — Vicina dai documenti genovesi — avesse attive relazioni commerciali con Costantinopoli. L’esistenza di questo notevole emporio fu troncata verso il 1388 dalla occupazione turca della Dobrugia. All’interessante studio il Bratianu unisce in appendice trentotto documenti dì commercianti genovesi che verso il 1281 viaggiano fra la capitale bizantina e Vitzina, tolti dal protocollo del notaio Gabriele di Predono, che promette di pubblicare integralmente, e noi ci auguriamo che l’autore porti al più presto a compimento la pubblicazione promessa, buon contributo allo studio dei rapporti fra l’Italia e la Romania nel Medio Ev.\ Francesco Cognasso.