268 I Nemagni-Paleologo-Ducas-Angelo-Comneno guere lo « Stefano Maramonte », attinente di Balscia III, ed incitato a distruggerlo con promessa di aiuti per prendersi la Zenta (i), da quello nominato « Stefano Balse », coerede di Balscia 111, e già in possesso del governo della Zenta (2); il quale, dopo la morte di Balscia HI, si trova qualificato Conte, per erronea traduzione di Knes, «Stefano de Balsis » (1421) (3). Perciò si deduce che lo Stefano Balse Signore di Zenta del 1419-1421 non è altri che Stefano-Teodoro ex Signore di Belgrado, coerede di Zenta col cognome Balse per l’adozione di Balscia II Balscich (4). Ed a conferma si osservi che la Storia del Montenegro, scritta dal vladika Basilio III Petrovich, sulle vecchie cronache del Convento di Cettigne (5), dice che Balscia successe a Giovanni I Nemagna detto Cernoevich, Duca di Zenta e Montenegro, e governò la Zenta fino all’età matura del figlio di Giovanni Cernoevich, il quale si chiamava Stefano Cernoevich, occupò nel 1421 la Zenta e Montenegro, e dopo la morte del Balscia andò per aiuti a Napoli, ove stette due anni e ne tornò nel 1423 (6): dal quale racconto, a parte qualche confusione dei vari Balscia, risulta che lo Stefano Balse del 1419-1421 era proprio lo Stefano-Teodoro, dinasta Cerneo, figlio di Giovanni, dinasta Cerneo, della stirpe Nemagna, e già duca del Montenegro (7). Si osservi inoltre che il Letopis di Tronoscia del 1526, che è la cronaca più completa di Serbia, dice che Giorgio Brankovich già da Stefano Lazarevich ancora in vita fu proclamato per erede, e dopo la sua morte in Belgrado nel 1427 (1) Monumenta slavorum cit., voi. 12 p. 286-287 — Per spiegare perchè il Maramonte sarebbe lo stesso che il de Ba/sis, si è affermato che costui appare come parente di Balscia 111, perchè figliuolo di una albanese Topia (Jorga, Notes et extraits cit., p. 87 e 118 — Jirecek, Geschichte cit., voi. 2 p. 155): viceversa la parola attinente può anche significare servitore (Du Cange, Glossarium mediae et infimae latinitatis, Niort 1883: tom. I, p. 458): e la madre del Maramonte non era una Topia di Albania, ma una Tobia di famiglia di Capua (Jorga, Notes cit., p. 118 — Archivio di Stato di Napoli, Repertori Angioini, 9, p. 95). (2) Jorga, Notes et extraits ecc., serie I, nella Revue de l'Orient Latin\ voi. IV p. 619 e n. 4 — Monumenta slavorum cit., voi. II p. 17, 18, 56, 81, 83-84, 89, 91. (3) Jorga, Notes et extraits cit., serie I, nella Revue cit., vcl. V p. 111 — Idem, serie 2, p. 190 e 193 — Questi documenti ragusani del 30 luglio e 1 agosto 1421 respingono una domanda del Conte Balsa a Ragusa: e poiché proprio in quei giorni in Ragusa si respingevano le domande di Regina Balsa (cfr. nota 4 a pag. 267), è facile arguire che il Balsa si occupava di aiutare Regina, per la parentela che già accennammo (cfr. nota 9 a pag. 266). (4) Cfr. innanzi. (5) Istoria o Cernoi Gori, cit. : p. 19-20. (6) Ivi p. 25 e 29 — Cfr. il testo serbo della Storia della Cernagora, seconda edizione nelle Ctenia della Società di Mosca, lib. II, Mosca 1860: p. 4 e 7. — 1 documenti napoletani non parlano della venuta di Stefano : e ciò vuol dire che non venne proprio a Napoli, ma riparò in qualche provincia di questo Regno: ossia in qualche paese di Puglia, donde sua moglie tornò a Ragusa (vedi appresso). (7) Cfr. innanzi. — li testo serbo, con una fraseologia un poco confusa, sembra aggiungere che Giovanni era figliuolo di Simeone Nemagna e discendente del Principe Volcano (il che risponde alla realtà storica). — Ma è un errore confondere Stefano-Teodoro, consignore del Montenegro verso il 1417-1421, con il posteriore Stefano Cernojevich, voivoda del Montenegro verso il 1444-1456.