80 Ricordi veronesi a Costantinopoli al traffico commerciale tuttora in fiore in quell’epoca tra Venezia ed il Levante. Nel 1622 troviamo un P. Benedetto di Verona nell’elenco dei Vicari Patriarcali di Costantinopoli che erano i capi religiosi degli elementi latini — sudditi turchi — dell’impero ottomano. Costoro costituivano nella capitale quella «Magnifica Comunità di Pera» che era un tenace, residuo delle folte e ricche colonie veneziane e genovesi già ivi esistenti prima della conquista turca (1). Nel 1680-1684 un medico veronese, il Dott. Andrioli ((signore tanto nella sua professione accurato, quanto nelle scienze e bell ’arti erudito » è al seguito di Giovanni Battista Donato, senatore, bailo veneto alla Porta Ottomana (2). Il medico, come il « cerusico » Giuseppe Pianucci pisano, facevano parte della numerosa « famiglia » del bailo che si divideva in « famiglia alta » comprendendo i segretari, i dragomanni, gli allievi dragomanni, detti giovani di lingua, i cappellani, ecc., e la « famiglia bassa », ossia camerieri, staffieri, ben 30 portalettere « di nazione croata » per il regolare e frequente trasporto della corrispondenza tra Venezia e Costantinopoli, i giannizzeri che costituivano la guardia della (( casa bailaggia », ecc. Questi ricordi potrebbero tornare alla mente dei veronesi che di tanto in tanto si recano a Costantinopoli, operai e commercianti, funzionari e turisti, come pure di quei soldati veronesi che fecero parte del corpo italiano di occupazione durante l’armistizio e che furono inconsci imitatori dei cavalieri della IV Crociata. Costantinopoli, novembre 1924. (1) Bf.mn : Hist. de la latinité de Const.. — Paris, 1894, 2.ème éd., p. 351. (2) Bknf.tti-Pazzagl:a : Viaggi a Costoni, di G. tì. Donato. — Venezia, ¡688, p. i2.