190 Monumenta Vaticana ad ius Canonicum pertinente Studita (i) zelantissimi osservatori e propugnatori delle Regole di S. Basilio, — fu eseguita dallo scoliasta una copia degli Ascetica nella maniera che sembrò più sicura per raggiungere il testo originale del Santo. Si mise a fondamento e si trascrisse un codice proveniente dal Ponto, perchè antichissimo e creduto il più autorevole per avere colà S. Basilio coltivata e propagata la vita monastica. Questo codice aveva a principio il prologo Tou Kupiou, gli opuscoli de iudicio Dei e de fide sotto l’unico titolo: 'l'iroTUTiiocri; e conteneva solamente 18 delle Regulae fusius tractatae (altre 9 vi aveva aggiunto in margine, nzpé ¡pxtysv, non si sapeva chi) e le prime 386 delle Regulae breviores e nessun canone penitenziale. Secondariamente si usò, senza dubbio per riguardo alla provenienza, un codice venuto dal ricovero di mendicità di Cesarea in Cappadocia fondato dal Santo: lo si confrontò e da esso furono ricavate le ultime 27 regole breviori e gli 67ti-ri|Aia, 32 delle regole più diffuse e i titoli particolari mancanti nel codice Pontico, benché lo scoliasta che curò la trascrizione, al vedere che tali titoli variavano negli altri esemplari, giustamente li ritenesse composti in seguito da alcuni studiosi ed introdotti per chiarezza, a scanso di confusioni nella lettura. Furono anche esaminati codici dell’Anatolia, nei quali si trovavano 20 regole diffuse oltre le 18 del codice Pontico, come pure codici di varie regioni che ne contenevano più 0 meno, a seconda dei luoghi. Dai codici dell’Anatolia lo scoliasta adottò l’espediente - pur troppo abbandonato dai copisti - di scrivere sui margini (srl acTM7co'j) le regole aggiunte alle prime 18, le quali invece erano state copiate nelle colonne (txi; isX£