17 di conto. Il nome di Aurio o di Aureola, clic si dà talvolta a questa moneta, derivato da quello di Aurio Malipiero, è da ammettersi con riserbo, e perchè non fu questi il primo doge che la desse fuori, e perchè è assai facile 1’ equivoco cogli Aurei, cioè colla moneta d’oro cosi chiamata, che spesso s’incontra nelle vecchie carte e nei diplomi di questo tempo. Se ne citano due esemplari, di Ordelafo Faliero nel 1102, e di Pietro Polani nel 1140 ; ma dubbi quanto mai, perchè male conservati, e più certezza offre uno di Vitale II Michele nel 1158, che doppio si nota nei musei Pasqualigo e Savorgnano. Quello da tutti ammesso e conosciuto è di Sebastiano Ziani al 1173 colle due leggende : SEP., dvx, e $ s. marcvs ( tav. I, n. 7 ), a cui consimili affatto sono quelli dei due consecutivi suoi successori Orio Malipiero al 1178, ed Enrico Dandolo al 1192, variate soltanto le leggende avr. od €* enr. Fu poi proseguito anche nella seguente epoca seconda fino intorno al 1400, sempre più peggiorato di peso e di bontà, riscontrandosi sotto Pietro Ziani, successore al Dandolo, che vi si aggiunse nella leggenda il casato rispettivo dei dogi. Contemporaneamente altri danari minori s’incontrano del peso di soli grani veneti 4, di disegno affatto simile, benché più minuto, che perciò si chiamano il mezzo danaro. Questo però non vuol confondersi col piccolo o verdone di rame, misto a poco argento, il cui intrinseco malamente si potrebbe fissare, monetuccia che si trova la prima volta sotto Aurio Malipiero successor di Sebastiano Ziani, e cosi chiamata a motivo dell’ apparecchio di questo colore che davagli la zecca, a distinzione degli a/bulli o bianchi pur d’ infe-rior metallo, che si mettevano fuori imbianchiti. Come le migliori d’argento, anche queste monete peggiori o di biglione continuarono anche dopo fin verso il 1400 ; ed una varietà loro sono i marcucci, che da un lato invece di croce mostrano 1’ effigie di san Marco, ed i piccoli proseguiti fino dopo il 1400 scodellati e di lavoro rozzissimo, che si dicevano torneselli, dei quali si parlerà in appresso. Coll’ autorità del Pasqualigo si nota altra moneta curiosa, per- VOL. I, P. II. 3