330 Bibliografía Riguardo i de perdita furono elencati quei luoghi e passaggi delle fonti nei quali si narra che il basileus ha scritto oppure ha ordinato per iscritto; in altri termini, quando c’è la certezza della esistenza di una ordinanza imperiale scritta. Dòlger riconosce che da tali indicazioni la diplomatica e il suo tecnicismo hanno poco da avvantaggiarsi, ma tali notizie non mancano, tuttavia, d’interesse, e forniscono dei dati su altri problemi e questioni, come, ad es., a quali circoli di persone il basileus indirizzasse le sue ordinanze, e quali fossero le materie di competenza della cancelleria imperiale. U tv altra massa importante di notizie, accolte nei Regesti, si riferisce alle legazioni in paesi esteri, perchè gli ambasciatori del basileus usavano portar con loro delle crysobolle imperiali. Anche : trattati di pace emanavano dalla cancelleria imperiale salvo rare eccezioni, perchè gli strateghi dei temi di confine pare avessero poteri assai limitati a concludere accordi coi nemici. Si elencano pure nei Regesti tutte le notizie delle fonti relative ad atti legislativi menzionati nelle fonti stesse, e che lasciano presumere la promulgazione d’uma Novella. Una collezione incompleta di tali notizie si trova nelle osservazioni che Zachariae fa precedere, nel suo lus graeco-romanum, parte III, alla prima Novella di ciaschedun imperatore. Il principio fondamentale posto da Dòlger per raccoglimento nei Regesti è, adunque, quello di prodotto della Cancelleria imperiale, la cui sede era Costantinopoli, perchè l’imperatore; bizantino non usava muoversi tanto come facevano i re tedeschi, se non eccezionalmente per ragioni di guerra. Esulano dai Regesti le parti singole della legislazione. Così, ad es., le c. d. 113 Novelle di Leone il Filosofo, rimasero escluse come documenti singoli, sebbene dall’indirizzo, che ciascuna porta all’inizio, chiaro appaia che dapprincipio la Novella fu pubblicata come un documento singolo, e che solo più tardi ufficialmente (come non dubita il Dòlger) fu accolta a far parte di un Corpus. Come un tutto queste codificazioni sono elencate al loro posto cronologico, e vi si aggiunge anche qualche notizia bibliografica. Al qual proposito lo stesso Dòlger riconosce che la letteratura moderna da lui citata è tutt’altro che completa. Infatti, se ho ben visto, egli si limita, quasi sempre, a citare ia bibliografia più recente e trascura, in massima, i lavori precedenti, anche quando non si possono considerare affatto come sorpassati. Ma non è poi un grave torto pel D. di non essere un buon conoscitore della letteratura giuridica. Alla data segue, nel Regesto, la denominazione del documento coi termini stessi usati dalle fonti, il che è da approvarsi, sotto un certo punto di vista. In ogni modo sta bene che questo elemento figuri nel Regesto. Dòlger parafrasò la parte dispositiva delle Novelle, conscio che ci sia molto da discutere su molti punti delle sue interpretazioni, perchè la trasmissione diplomatica è incerta e perchè la terminologia giuridica tecnica dei Bizantini gli sembra ondeggiante e difficile. Debbo, però, osservare che per lumeggiarla non sono punto trascurabili gli Indices di Zachariae nella sua Storia, e non mi par quindi giusta la critica che ne fa il Dòlger a nota 3 di pag. X. Quest’opera accuratissima di Dòlger, attesa da sì lungo tempo, è meritevole del più alto elogio, e sarà accolta con generale soddisfazione da quanti si occupano della storia del Basso Impero. Giannino Ferrari. A, Rubiò i Lluch : La Company a Catalana soto el Comandamene de Teobald de Cepoy (Extret de la Misceliamo Prat de ìa I\iba). Barcellona, Institut d’Estudis Catalans, 1923, p. 56 con 7 fotografie. Il nome dell’illustre professore di Barcellona è ben noto agli studiosi di Bisanzio. In una serie oramai cospicua di studi che mi propongo altre volta di passare in rassegna egli ha raccolto i frutti delle sue pazienti ricerche sopra le avventure orientali dei famosi ahnugavari, ed s*a Per offrire agli studiosi di cose orientali una raccolta preziosa col sua Diplomatari de l’Orient Català ed el XI\ sègle, che spero esca presto alla luce1. Nello scritto che ho l’onore di recensire, l’illusrre storico ha voluto narra *e con quella profonda conoscenza delle fonti che egli possiede la marcia dei Catalani attraverso alla Macedonia fra il 1307 ed il 1310.