<3<> 328 lasciare quello di Santo Zago, di Orazio da Castelfranco, di Cesare da Conegliano, noti i due primi per opere a fresco che più non esistono, ma il primo conosciuto altresì per lavori ad olio, fra i quali 1’Angelo con Tobia, in Santa Caterina, che si volle da taluni dello stesso maestro, e l’ultimo, cioè Cesare, conosciuto per la grandiosa Cena di Cristo in Santi Apostoli. Nominali così gii alunni ed i seguaci di Tiziano a Venezia, vediamo ora quai progressi il nuovo stile facesse per lo Sialo. S’incominci dal Friuli, comechè, dominando ivi la scuola del Pordenone, i puri tizianeschi, tolti i Cadorini già ricordati, sieno pochissimi e quasi posti in obblio dalla storia. Il Ridolfi annovera tra’ Friulani un Gasparo Narvesa, che operò a Spilimbergo, quantunque nato in Pordenone, ivi domiciliato, e lo dice scolare di Tiziano : di esso si vede ivi una Visitazion di Maria, e a Sacile si additano per sue alcune pitture, nelle quali si mostra morbido e artista di macchina. Un’altra ne ha scoperta a Trevigi il P. Federici. — Lo stesso Ridolfi esalta come illustre nella pittura Irene di Spilimbergo, dama di molti ornamenti, celebrata a gara da’ poeti del cinquecento, e molto encomiata dal conte Fabio Maniago nella sua Storia delle arti friulane. Mortole il padre, e abbandonata dalla genitrice, che passò a nuovo talamo, giunse in Venezia, ed apparò dai maestri più eccellenti, che allor fiorissero, il ricamo, le lettere, la musica e la pittura. Sotto gli insegnamenti quindi di Tiziano fece in breve tali progressi, che ne stupia il maestro stesso. Un prezioso saggio, il quale ben ne palesa il valore, è in potere della casa Maniago. Il troppo studio la trasse, non ancora compiuto il quarto lustro, a fine immatura. Vittima più illustre, dice a ragione il Maniago, vantar non possono i fasti della pittura, mentre se molti altri artefici sono anzi tempo periti, incontraron la morte o per ordinari accidenti, o per colpa dei loro disordini, o perchè finalmente alle attrattive si abbandonarono di seducenti passioni. Ma dal Friuli passando al Trivigiano, s’incontra Lodovico Fumicela, Francesco Dominici e Gio. Battista Ponchino. Del primo bassi a Padova, nella chiesa degli Eremitani al maggior altare, una