^ 574 «e» eli Aquileja, per cui meritò d’ essere chiamato pittore della colie cesarea. Chi vuol sapere quanto valesse, vegga il San Filippo che ei colorì per la congregazione d’ Udine. — Pietro Venier, seguace de’ Veneti, ebbe merito in pitture ad olio, e forse più ne’freschi; di che osservisi il soffitto a San Jacopo in patria. — Ma in lavori a fresco è prevalso in questi ultimi tempi a ogni nazionale un comasco, per nome Giulio Qualia. Giovane venne nel Friuli, e quivi condusse opere per lo più a fresco in gran copia, che non è agevole a numerarle. Pregiansi molto le storie della Passione onde ornò la cappella del Monte di Pietà in Udine. Ma passando in Belluno s’incontra un artefice, a cui han diritto molte scuole d’Italia, perchè ivi, o studiò, o dipinse, o insegnò l’arte. Egli è Sebastiano Ricci o Rizzi, il quale, fra’professori di quest’epoca, per genio pittoresco e per certo stile gustoso e nuovo, a niuno è secondo. Ammaestrato in Venezia, fu a Milano, poi a Bologna e a Venezia, a Firenze ed a Roma ; quindi viaggiò per 1’ Italia tutta, dipingendo ove trovava commissioni, e a qualunque patto. Fattosi nome, e invitato da’ respettivi sovrani, recossi in Germania, in Inghilterra, in Fiandra ; e qui fu ove perfezionò il colorito, che molto vago e spiritoso compariva fin dalle prime sue mosse. In tanta varietà di scuole si empiè la mente di belle immagini, e copiando molli, addestrò la mano a molti stili. Fu convenientemente fondalo nel disegno, e le di lui figure han bellezza, nobiltà, grazia; le attitudini naturali, pronte, svariatissime, e le sue composizioni son dirette dalla verità e dal buon senso. L’Adorazione degli Apostoli al Sacramento in Santa Giustina di Padova, il san Gregorio in Sant’Alessandro in Bergamo, dimostrano quanto ei sapesse, senza furto, profittare delle opere dei sommi ch’egli avea meditato. — Suo nipote Marco Ricci lo seguì nella pittura, siccome ne’viaggi, e, datosi al paesaggio, empiè di sue tele Parigi e Londra. — Gasparo Dizioni, suo compatriota, pur gli tenne dietro, risultando dipintore facile di opere teatrali e macchinose, e perciò adoperalo in Germania. — Anche Francesco Fontebasso gli fu scolare, e, non ostante qualche crudezza, ebbe nome a’suoi giorni in Venezia e per le città vicine.