questa somma medesima vanno compresi gli zecchini che in buon numero si stamparono nel 1798, col nome di Francesco II imperatore di f. m., cioè colla leggenda Frane. II Dux, e che poi si tralasciarono. Colla denominazione del medesimo, divenuto più tardi primo imperatore d’ Austria, ve ne ha alcun rarissimo esemplare di pura curiosità battuto in sua presenza nel 1815, quando visitò questa i. r. zecca medesima ; zecchino che vuol distinguersi dalle falsificazioni od alterazioni nelle unità numeriche che girano di quello suindicato del 1798. Il peso di questa eccellente moneta, che videsi, nel 1284, fissalo a grani veneti 68 52/67, che corrisponde al taglio di 67 zecchini per ogni marca veneziana di carati 1152, andò poi soggetto a lievi riduzioni, le quali si derivano e dal maggior affinamento dell’oro che vi si adoperava, ed anco da quello vi si tratteneva pei diritti di zecca. Vi ha di certo un decreto del 1491 che ne riduce il numero a 67 Vi per marca, cioè del peso di grani veneti 68 i6/m, poiché, vi si dice, dal saggio fatto dei ducati d’allora col peso di quelli di cento anni prima, si conobbe di poter accrescer il marco dell’ oro senza danno del peso presente. Pure risulta, che nel corso del secolo XVI alquanto maggiore sia stata questa riduzione a 68 % per marca, cioè al peso di grani veneti 6 7 47/9i ; onde dal 1284 in 40 marche che in Venezia formavano un rubbo, si guadagnavano almeno, fin dal 1570, zecchini 50 ; mentre nel 1491, in confronto di prima, il vantaggio era di soli zecchini 20 ; e su questo ragguaglio si fondano i calcoli fatti dal commendatore Carli, che serviron di norma anche al Neri, e quelli altresì usati nella veneta zecca risalendo almeno al 1595 : differenza questa seconda, dopo il 1 i|91, che potè anco provenire da una qualche riduzione nella marca dell’oro, siccome di certo avvenne nel 1598 di quella dell’argento, che da una pubblica tariffa dei 28 settembre si vede in quell’ anno essersi minorata di incirca da quello di prima. Al tempo di siffatta istituzione del ducato d’oro apparisce, che tuttavia il grosso d’ argento si conservasse al valor istesso di piccoli 26, giacché, come si accennò in quel decreto del 1284, si