di grani veneti Gol ; onde ne viene che il suo fine fosse di grani ve-neli 617 3/32, cosi computandosi la lira di conto sul piede stesso del 1524, quando i mocenighi salirono a soldi 24, cioè di grani 105, e col fine di grani 99 17/32, che corrispondono a lire 45:17 circa per marca. Di sua nuova introduzione, che si vuole progettata forse trent’ anni innanzi, sotto il doge Lando, nel decreto se ne adduce a motivo il troppo imbarazzo che apportavano alla zecca le piccole monete da sei, da quattro e da due soldi, le quali diffatti sole vi si battevano in quegl’ultimi anni, giacché le altre maggiori, cioè i mocenighi ed i marcelli, pel prezzo esagerato che trovavano, sfuggivano invece dallo Stato e dal pubblico corso. Dal dritto si segui lo stampo consueto, col doge inginocchiato a san Marco, e nel rovescio si disegnò il leone alato in piedi, colla leggenda : dvca-tvs reipvblicae messa all’intorno, ed il numero 124 nell’esergo, che, siccome si provvide con quel decreto medesimo, ne indica il prezzo ; ed al modo stesso pur si distinsero i due suoi spezzati, colle parole medivs , oppure qvartvs , aggiunte nel contorno, e colle cifre 62 o 31 messe al di sotto. Fu consecutivamente che usci l’altro decreto 17 marzo 1564, il quale riconobbe il prezzo del ducato d’ oro o zecchino a lire 8. Proseguitosi siffatto nuovo ducato d’argento dai dogi Loredano e Mocenigo, da quest’ ultimo appunto si rinnovò anche la lira ; ed insorta allora la guerra cogli Ottomani per l’invasione di Cipro, fu da prima per quei bisogni che, a’dì 5 gennaio 1571, si ordinò Io stampo di gazzette o da 2 soldi della solita lega di quelle già introdotte nel 1558, e che allora si facevano a peggio 550 e del peso di grani 16, commettendosi che pel più sollecito lavoro fossero del decuplo valore e peso, e col numero X segnato al di sotto; sicché per tal modo, sebbene peggiore, ebbesi allora la lira del peso di grani veneti 160 circa, rappresentata da soli 76 di fino argento. Questo da 10 gazzette, che si disse anche lirone, benché senza data di tempo, si ripetè altre volte per lo meno fin sotto il doge Francesco Molino intorno al 1645, tempo in cui correva per soldi 24, essendosi diminuito per lo innanzi a soli grani 152 ; e ne fu una