VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI che desse soddisfazione alle richieste e alle speranze legittime delle varie nazionalità. Ma i problemi da risolvere erano evidentemente assai gravi. La Rumenia, tuttora neutrale, domandava alla Russia una parte almeno della Bessarabia e, nella sua rivendicazione della Bucovina (soggetta all’Austria), includeva il territorio fino all’alto Prut con la città di Czerno-vitz: territorio in cui, tra i rumeni, era pure largamente diffuso l’elemento russo. La Russia dal suo canto non voleva fare concessione alcuna in Bessarabia, e voleva limitare al Seret le aspirazioni rumene. La Rumenia voleva che le potenze dell’Intesa, che sollecitavano la sua collaborazione attiva, le assicurassero in compenso le terre rumene di Transilvania ed aspirava insieme al Banato di Temesvar fino al Danubio ed al Tibisco: tutte terre da secoli soggette all’Ungheria, ed in parte ora desiderate anche dai serbi. L’Italia, nello stipulare i patti dell’intervento, aveva dovuto superare la riluttanza russa ad assegnarle alcune terre adriatiche (Istria e Dalmazia) che, essendo popolate anche da slavi, erano incluse nel programma d’espansione serbo-croato. Il governo di Belgrado mostrò invero di saper valutare gli inderogabili diritti e interessi italiani sulle rive dell’Adriatico, e di tener nel debito conto la collaborazione dell’Italia nella formidabile guerra, dal cui esito dipendeva la sorte delle giovani nazioni slave; ma ben più difficile, anzi addirittura insolubile, si prospettò subito il problema della Macedonia, sul quale la Bulgaria fu sempre assolutamente intransigente; nè per altro Grecia e Serbia si mostrarono più accomodanti. Vi era ancora un’altra questione scottante, per la passione che vi portava la Bulgaria, ed era la retrocessione 182