VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI moldo-valacchi e mòsse verso la Tracia. Ma Francia ed Inghilterra, con l’appoggio di una flotta che bloccò il porto del Pireo ed impose la neutralità alla Grecia come a tutti gli stati balcanici, entrarono a lor volta in guerra contro la Russia. L’Austria, fatta ormai sospettosa dalle ambizioni smodate dall'impero zarista, e indotta da prudenza e seguire le grandi potenze occidentali, assunse un atteggiamento favorevole a queste, lasciando la Russia completamente isolata. Nell’alleanza franco-britannica entrò, come è noto, anche il piccolo Piemonte guidato dal Conte di Cavour, che sperava trarne qualche vantaggio per la causa italiana (i). L’aperto sostegno degli alleati fece più arditi che mai gli eserciti turchi, che tosto il Sultano spinse nella Penisola a soffocare nel nascere ogni moto di rivolta, frustrando così le speranze russe nell’aiuto delle popolazioni. Un corpo di spedizione franco-britannico (nel quale erano 15.000 combattenti del regno di Sardegna) portò la guerra in Crimea; la Russia sconfitta a Sebastopoli cedette alla coalizione europea e dovette accedere a negoziati di pace. Nel congresso di Parigi (1856) la Russia fu duramente trattata, sì che perdette anche alcuni guadagni fatti precedentemente. Atto sostanziale fu la neutralizzazione del Mar Nero, dichiarato, libero alla navigazione internazionale, così come gli Stretti e il corso del Danubio. Nè russi nè turchi potevano tenere in quel mare arsenali da guerra, nè flotta fuor di quella necessaria alla normale polizia (1) Pur mirando a scopi essenzialmente italiani, il Conte di Cavour nei suoi discorsi mise in luce il pericolo dell’arrivo della potenza russa nel Mediterraneo e la necessità di precludere a questa minaccia ogni via, per terra come per mare_ 72