VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI ropea più chiaroveggente pensò tuttavia che cosiffatte manifestazioni non potessero mutare il corso della storia; anzi notò come il tono stesso delle ripetute affermazioni accusasse la debolezza delle costruzioni balcaniche archi-tettate a Versailles. 2. Protocolli italo-austro-ungheresi di Roma (marzo /9J4). Già dicemmo della particolare cura di Mussolini nello sviluppare i rapporti dell’Italia con Austria ed Ungheria; tale azione era stata iniziata con i suoi primi atti di governo, e si era estrinsecata coi trattati d’amicizia italo-austriaco, italo-ungherese, austro-ungherese, e con una successione di accordi essenzialmente economici. Ma oltre alle intese economiche si elaborarono anche accordi politici, miranti a compensare quei due paesi dell’isolamento nuovo, a sostenerli nelle lotte contro i partiti antinazionali, a convincerli insomma che l’amicizia dell’Italia poteva dare loro e mantenere una garanzia di libertà e di prosperità nazionale. Poco a poco l’animo dei due stati si aprì fidente alla nuova amicizia, la quale, proseguendo in comuni consensi, si concluse in espliciti patti internazionali. I « Protocolli di Roma », che furono firmati il 17 marzo 1934 dai capi dei governi d’Italia, d’Austria e d’Ungheria (Mussolini, Dollfuss e Gòmbos) sono l’impegno di « svolgere una politica concorde, diretta a promuovere la collaborazione » fra i tre stati in tutti i campi. I buoni rapporti italo-austriaci non erano riusciti subito graditi al popolo germanico, il quale non aveva rinunciato ai suoi propositi di unificazione tedesco-austriaca (Anschluss); anzi il dinamico partito nazionalsocialista aveva lasciato che i suoi seguaci lavorassero 278