VICENDE E PROBLEMI DÈI BALCANI lazione di « protocolli addizionali » a quelli del 1934, rafforzanti quei legami italo-austro-ungarici che nei pochi anni di esperienza già si erano dimostrati utilissimi. L’offerta rivolta alle nazioni vicine (Cecoslovacchia e Jugoslavia) di parteciparvi esercitò subito una notevole attrattiva specialmente sui partiti dell’ordine. Ma alla fine del giugno 1936 altri avvenimenti presero a succedersi con rapidità che vuole essere misurata quasi a giorni. Il giorno 30 la S. d. N., di fronte alla necessità di revocare le sanzioni, che dopo la vittoria italiana avevano determinato vivo malcontento tra coloro stessi che le applicavano, non seppe far altro che rimandare al giorno 6 luglio una decisione; infine il 6 decise che le potenze potessero togliere le sanzioni a datare dal 15- In questo frattempo, mentre alcune nazioni per conto proprio toglievano le sanzioni, e la Francia dichiarava che con tale atto intendeva caduti anche gli accordi fatti con la Gran Bretagna per l’assistenza navale nel Mediterraneo, avveniva un nuovo fatto inatteso. Il giorno 11 luglio 1936 si firmava fra Austria e Germania un accordo che rendeva normali i rapporti fra quei due stati, e nella jjartedpazione immediata datane all’Italia si usavano espressioni che apertamente dimostravano essere quel ravvicinamento il frutto di un lavoro a cui non era mancato il concorso italiano. Era un accordo conchiuso interamente al di fuori della S. d. N. ed era la fine di un acuto contrasto, che più volte aveva messo in ansietà l’Europa; si manifestavano i segni di una intesa spirituale che dal gruppo Italia-Austria-Ungheria, già formatosi nei Protocolli di Roma, si estendeva alla Germania. Il 12 luglio una nota dell’Italia comunicava a Belgio, Francia ed Inghilterra, che essa non potrebbe intervenire alla confe- 284