VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI mico » dovrà esser sorpreso con una irruenza che non ammetta periodi di mobilitazione, il che dava continuo motivo di irrequietudine a tutti quei reparti di confine cui sarebbe spettato il compito della prima terrificante invasione. Fu creato l’istituto dei « celtici », reparti di volontari in tutte le regioni, con comandi locali eccitanti alla continuata prontezza e, nelle zone di confine, predestinati a fulminee offensive. , Queste organizzazioni dovevano adescare particolarmente i croati, ma i comandi erano nelle mani di nazionalisti serbi; sicché la disciplina era assai dubbia. Certo in questo periodo avvennero gravi moti anche nell’esercito, il solo sostegno finora sicuro della monarchia. Già nel maggio del 1932 veniva scoperta una congiura militare nella guarnigione di Maribrod; il tribunale speciale metteva presto allo scoperto una vasta rete di affiliati, anche nelle più alte gerarchie; una rigida censura impediva di vedere e di valutare le severe misure che ne conseguirono, ma risultò che furono molto estese e che i moti e le relative repressioni si prolungarono per anni- Mentre al governo si alternavano uomini onesti ma impotenti a riordinare lo stato; mentre attentati, rivolte, repressioni feroci si susseguivano nel regno; mentre anche nel Montenegro si manifestavano sentimenti di rivolta contro il dominio serbo, la politica estera serba diventava sempre più ostile all’Italia : spingeva i croati a dimostrazioni e violenze antitaliane a Traù e a Veglia, esaltava il nuovo spirito marinaro e la necessità della padronanza di un « Adriatico jugoslavo ». Queste agitazioni jarebbero parse a tutti una follia, dovuta soltanto a moventi di politica interna, se dietro la Jugoslavia non fosse 250