DAL 1903 AL 1912 di truppe alle proprie frontiere meridionali, rivelando con ciò la sua intenzione di scendere per il corridoio di Novi Bazar verso Salonicco. Senonchè dovette subito accorgersi come Montenegro e Serbia fossero ben decise a reagire con ogni loro forza contro un atto che avrebbe definitivamente separati i due popoli fratelli; non solo, ma che Serbia e Bulgaria dovevano in quella circostanza aver gettato la base di una lega difensiva. Si rivelò insomma chiaramente come l’azione austriaca avrebbe provocato la reazione di tutti i popoli slavi della Penisola. Gli accordi tra questi popoli si palesarono il 15 maggio 1904, quando il principe di Bulgaria (che aveva fino allora dimostrata grande avversione alla nuova dinastia serba) si recò a Nisc a far visita a re Pietro. Nei brindisi cordialissimi scambiati si ostentò la fratellanza slava dei due popoli; la maggior parte delle corrispondenze giornalistiche assicurò che erano stati là negoziati un accordo commerciale ed uno militare. Il pericolo della espansione serba versa l’Adriatico fece allora l’Austria più riguardosa verso l’Italia; dovette influire sulla situazione anche un amichevole appoggio dell’Inghilterra; certo insomma il Tittoni aveva saputo profittare del momento per sventare la minacciata egemonia austriaca sui Balcani. 3- Azione della O. R. I. M. e intervento internaziona- te (1905). Gli accordi di Miirzsteg e le intese successive iniziarono un capitolo nuovo nella storia balcanica. La gendarmeria internazionale cominciò a funzionare con l’aprirsi del 1904. In principio parvero giustificate le speranze degli ottimisti; ma poi la gendarmeria, pur sa- 109