108 *3>- (li Chioggia, cioè nel 1349, battendosi co’Genovesi presso Capo Alger nel mare di Sardegna, comandante Nicolò Pisani, e nel 1376 ne fecero uso la prima volta in terraferma, comandati dal generale Marino Sanudo, contro Leopoldo arciduca d’Austria, sotto la piazza fortificata di Ouero nelle montagne del Trevisano. cJ Nè sarà per esser discaro se alcun poco ancora c’ intratterremo sulla polvere da cannone, sul modo di fabbricarla e di custodirla nell’ arsenale. E qui conviene in prima ricordare che 1’ arsenale di Venezia venne in ogni tempo riguardato siccome asilo della pubblica libertà, il perchè lo si diceva fondamento della veneziana grandezza, decoro della città e sostegno della cattolica religione. Consideralo sotto questi aspetti, diventava un geloso ricinto, una fortezza cui non era permesso l’ingresso senza saputa d’un gravissimo magistrato che vi presiedeva, e per ciò tutto quanto a cose di guerra apparteneva, colà dentro e si fabbricava e si custodiva. Eranvi dunque fabbricazione e depositi di polvere, di che ne ha lasciata ricordanza fra gli altri Pietro Martire d’Anghiera (Pietro Vermilli fiorentino), ambasciatore al soldano del Cairo, il quale, nella sua prima relazione scritta in Venezia il primo ottobre 1501, e diretta a’suoi padroni don Fernando ed Isabella di Castiglia, fra le cose che narra aver vedute nella brevissima sua dimora, ricorda l’arsenale ed in esso le ruote con le quali si pesta e fa la polvere d’ artiglieria. Altro cenno ne dà il cardinale Gasparo Contarini che scriveva nel 1516; alle (piali testimonianze aggiungere si può una legge, 1500, 20 luglio, che vieta, sotto pena pecuniaria, di provare li sclopi e le bombarde in arsenale; e vi è pure memoria delle vasche grandissime di marmo istriano che fino agli ultimi tempi hanno colà servito alla manipolazione de’salnitri ; e, finalmente, ne resta tristissima ricordanza pe’ funesti incendi accidentali causati da esplosioni che portarono danni immensi a’fabbricati dell’arsenale e rovine non poche al restante della città, fra’quali è memorabile quello accaduto nelle ore pomeridiane del giorno li marzo 1509, per cui, come abbiam detto, cadde rovesciala parte della muraglia presso la vigna di San Daniele; e l’altro più ancora terribile nella notte del martedì 14-15