VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI che salvo alcuni fatti di sangue isolati (in un paese ove il sangue correva spesso per futili cause) poteva ben dirsi pacifica, guadagnò ogni ordine sociale e la stessa corte del sultano. I Giovani Turchi diressero alle potenze un memoriale nel quale dichiaravano di voler l’applicazione della costituzione del 1876. Nel memoriale era manifestata l’aspirazione che le varie religioni cooperassero all’attuazione del regime costituzionale; era infine escluso ogni mezzo violento, ove non necessario. II sultano Abdul Hamid tentò di reagire e minacciò di soffocare la rivolta chiamando le truppe fedeli dell’Ana-tolia. Ma i ministri espressero al sultano il dubbio che ancor quelle truppe potessero schierarsi coi ribelli. Sollecitato da tutti i più saggi consiglieri e dalla stampa di tutti i paesi civili, il sultano, con un iradè o decreto del 23 luglio 1908, accordò la costituzione del 1876 Il decreto fu letto in tutti i centri popolosi suscitando ovunque un delirio di entusiasmo. Fu subito in tutti, stranieri compresi, la fiducia che non sarebbero più state possibili le menzogne e l’inganno seguiti alla concessione del 1876. Il giorno 27 di luglio il sultano giurò fedeltà alla costituzione nelle mani dello Sceik-ul-Islam, e questi ne comunicò solennemente la notizia al popolo di Costantinopoli. Si noti come quella funzione fosse mancata nel 1876; essa servì a rassicurare anche i più dubbiosi. Gli avvenimenti si susseguirono l’uno più dell’altro confortanti. Le bande amnistiate scomparvero effettivamente; i loro capi chiesero ed ottennero grazia e sicurezza, anzi vennero chiamati alla collaborazione dai nuovi perso-naggi più influenti e con essi si mostrarono in pubblico ed in piena cordiale armonia. L’ambiente amministrativo 118