DAL 1920 AL 1933 quei sentimenti tedescofili che avevano costretto gli alleati ai noti interventi durante la guerra, era perciò inviso agli alleati stessi, e Venizelos non mancò di far notare in Grecia come, mentre pendevano tanto importanti decisioni da parte delle potenze, non convenisse urtarne in pieno l’autorità. Il bene del paese doveva essere legge suprema. Ma la parola sua a nulla valse e ben presto tutto fu travolto dalle passioni politiche. Venizelos, che piuttosto del ritorno di Costantino o del principe Giorgio, sarebbe stato favorevole alla costituzione di una repubblica, riuscì a fare eleggere successore il terzogenito Paolo, diciottenne; ma gli fu contrapposto una reggenza costituita da Conduriods, fervente avversario di Venizelos, in unione alla regina madre Olga (moglie di Giorgio I). Questa pure era acerrima nemica di Venizelos, cui non sapeva perdonare i contrasti avuti con la casa regnante durante e dopo la guerra ed il dominio dittatoriale esercitato sul defunto re. Fu subito guerra aperta fra costantiniani e venizelisti- I costantiniani volevano il richiamo di re Costantino o quantomeno l’immediata elezione di re Giorgio; Venizelos insisteva per Paolo o piuttosto per una repubblica, ma accettava che il contrasto venisse risolto dalle urne. Il 14 novembre 1920 una clamorosa votazione, che stupì anche i più ottimisti tra i partigiani del re destituito, portò al governo il partito costantiniano. Venizelos diede subito le sue dimissioni e scomparve temporaneamente dalla scena politica. Condu-riotis e la regina madre si adoperarono immediatamente per il richiamo di re Costantino, mentre ottenevano che Venizelos, accusato di essere per le sue idee repubblicane pericoloso all’ordine pubblico, fosse condannato all’esi'io. Mentre si facevano arbitrari e partigiani cambi di 255