DALL’IMPERO ROMANO AL 1815 pianure del basso Danubio, non seppero resistere al tempo e superarne le fatalità storiche. Così i rumeni vissero per secoli, serbando intatte tradizioni, lingua, affetto alle origini loro, con un inconscio spirito di razza superiore; quello stesso spirito che serbò le isole etniche latine nelle terre giulie ed adriatiche. E dieci secoli dopo che con Aureliano era scomparsa la Dacia Traiana, riappare alla storia una nazione che, superato l’oscuro travaglio delle invasioni e delle migrazioni, conserva i suoi indistruttibili caratteri originarii, conserva idioma latino e tradizioni romane. 6. Il Turco mette piede in Europa (sec. XIV). La storia turca, per quanto si riferisce alla Penisola balcanica, si può dire che cominci con la presa di Galli-poli (1357). Prima di allora i contatti e gli scontri tra l’Occidente cristiano e le genti islamiche che s’erano impadronite del Levante avevano toccato solo di passaggio e per brevi periodi, la Penisola balcanica. A traverso le terre croate e serbe, ungariche e bulgare erano ripetuta-mente transitate le colonne dei Crociati diretti in Terrasanta; la quarta Crociata anzi (1202) aveva portato a Costantinopoli e su una parte dell’impero bizantino, per alcuni decenni, il dominio dei signori franchi. Ma l’espansione islamica, che dal secolo VII in poi s’era dilatata verso occidente, fino all’Atlantico e alla Spagna, s’era fermata alle soglie dell’Europa orientale, davanti a Costantinopoli. Ben più grave fu la minaccia che si profilò dall’Ana-tolia quando essa diventò possesso e base di espansione del popolo turco. Proveniente dal cuore dell’Asia miste- 25