VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI segrete da molto tempo fomentavano, cominciarono presto a scoppiare più violente; questa volta decisamente antiturche e come tali ferocemente represse con lunghi strascichi di deportazioni e di martiri. Le stragi bulgare furono agli occhi dell’Europa una nuova prova che il regime turco era incapace di rinnovarsi, e un nuovo incentivo alla riscossa delle nazionalità balcaniche. 12. Costituzione turca del i8j6. Nel 1866 si eran contro il turco rivoltati i candiotti; la rivolta fu spenta nel sangue. Nel 1867 fu il comitato nazionale bulgaro che, organizzata la rivolta generale, presentò al sultano un ultimatum chiedendo autonomia; il macello di bulgari che ne 6eguì fece inorridire l’Europa. Ma le rivolte decisive dovevano essere quelle che, scoppiate nel 1875, si prolungarono per due anni nella Bosnia e nell’Erzegovina. Esse furono sostenute subito armata mano dal Montenegro che, presentando nella storia lo spettacolo singolare di un campo militare permanente, scendeva in campo ogni volta che poteva intervenire a difesa di un popolo di razza serba. Le repressioni seguirono presto coi sistemi già usati in Bulgaria e questa volta si annoverarono, fra gli altri orrori, gli assassinii dei consoli di Francia e di Germania a Salonicco. Le potenze europee imposero alla Turchia leggi umane di protezione dei cristiani e garanzie internazionali. Questa volta il sultano dovette acconciarsi, almeno in apparenza, alle imposizioni delle potenze, forzato a ciò anche da pressioni interne. Fra queste vuol essere citata quella di un nuovo fattore della storia turca, allora sol- 76