DAL 1912 AL 1914 tevano trattare sulla base di una rinunzia a cui si sarebbe opposto unanime tutto il paese. Non restava che l’arbitrato dello Zar, previsto anche dal trattato; ma nessuno voleva ricorrere ad esso; anzi, quando alfine (14 giugno) 10 Zar stesso invitò i principali ministri balcanici ad una (inferenza a Pietroburgo, tutti tergivarsarono; ed infine la riunione non si effettuò, come non s’era effettuata quella dei quattro capi degli stati alleati- L’arbitrato dello Zar non era desiderato da nessuno: non da Grecia e Serbia perchè, ricordando le precise disposizioni del trattato, temevano una inappellabile deci- 1 sione a loro danno, mentre con l’aiuto sicuro dei rumeni e con quello altrettanto sicuro dei turchi (che avrebbero certo ripreso le armi contro i bulgari isolati) contavano di impadronirsi d’un bottino assai più ricco. Non dalla Bulgaria, la quale aveva ragion di credere che alla Russia non sarebbe dispiaciuto un ingrandimento della Ser- I bia in Macedonia, come barriera contro l’espansione au- I stro-tedesca in oriente. La posizione della Bulgaria era indubbiamente assai Idebole: le pretese serbo-greco-rumene incontravano in lEuropa disposizioni più favorevoli che non le rivendi-Icazioni bulgare. L’Inghilterra, la Francia, ed anche l’Ita-jlia, poco si curavano di quanto avveniva nell’interno dei IBalcani ove fosse salvaguardato il regime degli Stretti: Iper esse Costantinopoli doveva restare turca; quanto alla 1'-partizione del retroterra tra le nazioni balcaniche, non ritenevano di dover prendere posizioni decise. Austria 11 Russia erano invece a questo problema direttamente interessate; ma in una sola aspirazione erano d’accordo: nel esiderare che mai la Penisola balcanica si costituisse I uno stato forte, che potesse dominare gli accessi al- 159