DAL 1878 AL 1503 I moti del 1890, cui corrispose un sollevamento di tutta la Grecia, indussero le Potenze europee ad un intervento per ottenere dal sultano riforme in prò’ dei cristiani di Creta. Furono naturalmente fatte le solite promesse, le solite finte e le solite vendette. Sei anni dopo, massacri di armeni e stragi di cristiani ovunque, consigliavano nuovamente alle Potenze di intervenire negli affari della Turchia, quando nuovi torbidi scoppiarono alla Canea; le Potenze affrettarono allora l’intervento" per impedire le repressioni turche e incaricarono i loro ambasciatori a Costantinopoli di proporre una costituzione per l’isola. Ma l’elemento greco che aveva fomentato la rivolta non si appagò di una promessa di autonomia e, chiedendo l’annessione al libero regno della Grecia, costrinse il governo di Atene a dichiarare guerra alla Turchia. Un esercito greco varcò senz’altro i confini della Tessaglia (1897). Le potenze, che avevano fatto di tutto per impedire la guerra, dovettero acconteniarsi di limitarla ralla terra ferma e di impedire poi che la Grecia venisse dal turco completamente riconquistata. A tal guerra infatti la Grecia era corsa con somma leggerezza, dimostrando fervido entusiasmo patriottico, ma scarsa preparazione militare; dimodoché l’esercito turco n’ebbe facilmente ragione. Le Potenze, sempre benevole verso la Grecia, ottennero dalla Turchia condizioni di pace assai miti. La frontiera di Tessaglia ebbe uno spostamento irrisorio in terre disabitate. La Grecia dovette pagare un’indennità alla Turchia; Creta fu dichiarata autonoma e sottoposta a un governatore controllato dalle Potenze. L’alta sovranità rimase turca, ma il governatore, principe Giorgio, fu il fi- 95