VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI gli abitanti della regione che presto dovettero rinchiudersi in città, anzi fortificarvisi e cingerla con reti di filo di ferro. Estendendosi la rivolta furono là inviate sempre nuove forze. In maggio v’era in Albania un vero esercito turco, tenuto però sempre in iscacco dagli albanesi e di sovente battuto nella violenta guerriglia. Questo stato di cose si prolungò per tutto giugno, fin quando le truppe turche stesse si dichiararono contrarie alla guerra e si ribellarono. Questo movimento militare si collega ad altro di politica interna di cui dobbiamo far cenno. 14. Prodromi delle guerre balcaniche (1912). Nel marzo 1912 si erano fatte le elezioni per la nuova camera turca, essendo la precedente stata sciolta dal sultano. I Giovani Turchi avevano condotto le elezioni servendosi di ogni mezzo lecito ed illecito, sicché n’era uscita una camera interamente composta di elementi a loro devoti, e che fu detta addirittura camera « giovane turca ». La nuova camera si aperse il 18 aprile e col più grande entusiasmo votò innanzi tutto di proseguire ad oltranza la guerra all’Italia. Ma intanto che la camera sedeva la flotta italiana bombardava i forti turchi dei Dardanelli. Poco dopo l’Italia, ormai già padrona effettiva di tutte le terre costiere di Tripolitania e Cirenaica, si impossessava dell’isola di Rodi e delle altre Sporadi meridionali. Allora anche nell’ambiente militare, finora padroneggiato dai Giovani Turchi, non ebbero più freno i partiti sediziosi. L’inazione di fronte al nemico, dal quale si temevano nuovi sbarchi su tutta la costa d’Europa e d’Asia, il disordine amministrativo ed il favoritismo più sfacciato condussero a vere rivolte. Il 2 giugno 1912 si ammutinò 134