DAL 1912 AL 1914 l’invito e, spingendo il suo esercito oltre la Maritza, mosse verso la Macedonia bulgara. La Bulgaria, abbandonata da tutti, minacciata della spogliazione delle sue più preziose conquiste, non volle piegarsi e riprese le armi. Parve che dovesse scoppiare una nuova guerra turco-bulgara. Ma improssivamente, sul finire di agosto presero in Costantinopoli forma conclusiva trattative di pace; le pressioni delle potenze indussero la Bulgaria a rinunziare ad Adrianopoli e le assicurarono in compenso lo sbocco al mare Egeo. In una serie di sedute, durate dal 9 al 22 settembre 1913, Bulgaria e Turchia stipularono la pace di Costantinopoli con una premessa che esprimeva la necessità di ristabilire fra le due nazioni relazioni di amicizia : da vari indizi apparve qui un segreto e lungimirante intervento delle diplomazie tedesca e austriaca. Furono anche stabiliti accordi per la risoluzione di tutti i prevedibili strascichi di conflitti regionali, religiosi, di razza, ecc.; e fu deciso che eventuali divergenze fossero affidate all’arbitrato del re di Svezia, o di Norvegia, o di Danimarca, previa denuncia al tribunale dell’Aia. La questione delle isole dell’Egeo fu risolta mediante la completa loro cessione alla Grecia, eccettuate quelle del Dodecaneso che dovevano restare all’Italia fino a quando la Turchia non avesse pienamente assolto l’obbligo assunto con l’articolo 2 del trattato di Losanna; a suo tempo le grandi potenze avrebbero deciso dell’ulteriore destino di queste isole. Il trattato di pace greco-turco, che venne firmato il 14 novembre, confermò queste decisioni. Per l’Albania fu deciso il 29 luglio, che si costituisse in principato indipendente, e furono fissati i suoi confini, che Serbia e Grecia ebbero ordine di rispettare. La scelta 163