VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI della tesi austriaca e pronta a sostenere, anche con le anni, i diritti della nuova conquista- L’Italia nulla fece sul momento, ma l’ambasciatore austriaco presso il Quirinale, partito da Vienna con un messaggio autografo dell’Imperatore per il Re d’Italia, si fermò prima a Desio a conferire col ministro Tittoni. Ed il ministro stesso, alcuni giorni dopo, parlando per ragioni d’altra indole in pubblico, trasse occasione per far sapere che l’annessione non recava danni all’Italia, la quale anzi avrebbe avuto il suo compenso. Ed il compenso apparve più tardi nell’abolizione dell’art- 29 del trattato di Berlino: il che importava evidentemente un sacrifìcio per l’Austria ed un vantaggio per l’Italia. Infatti quella abolizione sopprimeva la effettiva padronanza che l’Austria poteva esercitare sulle coste montenegrine ed agevolava le comunicazioni attraverso l’Adriatico fra l’Italia ed il mondo slavo. 9. Reazione della Serbia. Più energicamente di tutti insorse la Serbia. Per essa l’annessione della Bosnia-Erzegovina all’Austria precludeva, forse per sempre — od almeno per un lungo periodo storico — la sperata unione dei popoli serbi in una sola grande famiglia nazionale. Le proteste della Serbia furono sostenute dalla Russia, paladina degli slavi nelle loro aspirazioni verso l’Egeo come verso l’Adriatico; e contemporaneamente dall’ Inghilterra che non poteva aderire, per propri interessi, ad un così palese strappo al trattato di Berlino. Le relazioni fra Serbia ed Austria si fecero molto tese e minacciarono molto seriamente la pace d’Europa. 122