DALL’IMPERO ROMANO AL 1815 un aspetto geograficamente unico e caratteristico. La grande importanza avuta sempre dalla Dalmazia nella storia, prima di Roma, poi di Venezia e d’Italia, prende origine appunto da questo carattere geografico, contrastante con quello della fronteggiante costa italiana, tutta alluvionale e piatta, poverissima di porti, male adatta al dominio, alla difesa, alla sorveglianza stessa dell’Adriatico, aperta ad ogni invasore (1). Natura volle che la terra dalmata fosse come staccata dalla Penisola balcanica per le Alpi Dinariche, vero elemento separatore, mentre il mare la unisce all’Italia. Questa immutabile ragione geografica legò dal punto di vista nazionale e civile la Dalmazia alle vicende, prima di Roma, poi di Venezia. D’altra parte la Dalmazia occupa tutta una costa marittima che interessa i popoli balcanici situati fra l’Adriatico e la Sava; perciò fu e sarà sempre un paese nel quale quei popoli vorranno avere libero transito. La dolente storia dalmata comincia col VII secolo, quando, finito il dominio dei goti, fu chiara la debolezza del lontano successore bizantino. Verso la fine di quel secolo le bande croate, attraverso i Carpazi, il Danubio e la Drava, seguendo la rotta di precedenti invasori, si portarono sull’Alta Sava. Da quell’epoca le invasioni croate in Dalmazia si fecero sempre più frequenti, assumendo carattere di brutali distruzioni. (1) L’importanza strategica della costa dalmata è confermata da un esempio della recente storia: quando, a cagione dell'impresa etiopica, i rapporti tra Italia e Gran Bretagna divennero tesi, la Gran Bretagna ottenne dalla Jugoslavia di collocare una sua base navale nell’Arcipelago dalmata; vi ebbe di fatto stazione una notevole squadra inglese in aspetto minaccioso. 17