■<®* 308 «$=>- R. Accademia, fra cui quel San Sebastiano Iodato dallo Zanetti. Andrea fu che introdusse Farle nella casa de’Vivarini suoi compatrioti!, i quali, succedendosi gli uni agli altri, continuarono la scuola di Murano per quasi un secolo, e dei lor lavori empierono Venezia. Quindi uniremo qui, sebben vissuti alcuni più tardi, e quando fiorivano i Bellini, tutti i pittori che escirono da questa benemerita famiglia, affine di avere sotl’ occhio ad un tratto la loro scuola, che tanto spinse innanzi l’arte nelle venete lagune. — Vien primo enumeralo Luigi seniore, del quale a lungo parlammo nella illustrazione alle due tavolette della Pinacoteca Accademica, con san Giovanni Battista e san Matteo, ove le opinioni discordanti accordammo degli scrittori intorno alla esistenza di due Vivarini dello stesso nome. Antonio e Giovanni usarono stile abbastanza grandioso, espressione conveniente, disegno e colore lodati, e quella diligenza precipuo carattere dell’ età in cui fiorirono. — A Bartolommeo ed a Luigi juniore deve la pittura il vanto di essere stata restituita alla gloria, per la vivacità delle tinte, per espressione sentita, per tocco più sciolto, per proporzione più ragionata, in una parola, per uno stile più maschio e precursore di quello dei Bellini. Ma oltre i descritti che operavano in patria, non vogliamo condannare all’obblio nè Jacopo Nerito, che in Padova lasciò un dipinto a San Michiele ; nè Nasocchio di Bassano di lui scolare od imitatore ; nè Francesco e Jacobello del Fiore padre e figlio. Del primo non restano opere a Venezia, sì del secondo, il quale, oltre le pitture nel magistrato del proprio, alla Vigna, nella galleria Man-frin, ricordasi con onore il Paradiso nella cattedrale di Cencda, dipinto ricchissimo di figure, portante la data del 1432. Pochi in quel tempo, dice a ragion Lanzi, poterono quanto Jacobello, sì perchè è dei pochi che allora si cimentassero a far figure grandi come il vero, sì perchè diede loro e bellezza e dignità, e, ove conviene, agilità e sveltezza rara a vedersi in altre pitture. — Ebbe competitore Giacomo Morazone, noto per una tavola che dall isola di Sanl’Ele-na passò ne’depositi della R. Accademia. — La scuola del Fiore produsse altri maestri, fra’ quali giova ricordare Donato e Carlo