DAL 1912 AL 1914 Grey, per i nobili, disinteressati sforzi fatti per evitare al mondo una più grande sciagura. I lavori della conferenza della pace apparvero subito difficilissimi, soprattutto per la condotta della Turchia la quale, riuscita a riunire intorno al tavolo le grandi potenze, lusingandosi di vedere rinascere dai lor dissidi la tradizionale protezione, non voleva fare neppure scarse concessioni ai vincitori, neppure quelle che le grandi potenze dovevano riconoscere giuste e già acquisite. Gli alleati volevano Adrianopoli perchè fosse ceduta alla Bulgaria; ma poiché Adrianopoli resisteva ancora, la Turchia non voleva Cederla. Il 15 gennaio 1913 gli alleati presentarono alla Porta un ultimatum : o Adrianopoli o ripresa delle ostilità. Le grandi potenze appoggiarono la ingiunzione che avevano giudicata equa, e la Turchia il 22 gennaio vi aderì rimettendosi alle grandi potenze per le decisioni riferentisi alle isole dell’Egeo. Con che pareva si dovesse finalmente venire ad una soluzione, quando un improvviso avvenimento rimise tutto in forse : una rivolta capitanata dai Giovani Turchi, con a capo Enver Bey, riuscì a impossessarsi del potere uccidendo il ministro della guerra e costituendo un nuovo governo. La immediata decisione fu quella della guerra ad oltranza. Se gli alleati fossero stati così pronti da unirsi in chiare intese con reciproche concessioni (per le quali avrebbero subito trovato nella stessa Inghilterra arbitri volonterosi ed espertissimi), questa sarebbe stata la fine della Turchia europea; ma per la fortuna di questa ultima le loro discordie irriducibili dovevano ancora salvarla. II consiglio degli ambasciatori a Londra trovò nella strana insurrezione la ragione di contrastare ogni nuova pretesa turca; la perfetta conoscenza delle condizioni in- 151