VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI i bulgari contro Adrianopoli, il cui assedio progrediva ma si prolungava; e l’esercito che nella penisola di Gallipoli tentava forzare le resistenze organizzate dai turchi al-l’istmo di Bulair e aprire alla flotta greca l’ingresso al mar di Marmara, era composto di bulgari, greci e serbi. Intanto si intensificavano le operazioni dei serbi contro Durazzo e quelle dei greci in Epiro. Il i° marzo 1913 la Turchia, esaurita, si affidò alle grandi potenze perchè si interessassero a concludere per essa la pace, e non poneva condizioni. Ricominciò il la- I voro del gran consiglio degli ambasciatori a Londra per delimitare confini, stabilire indennità, decidere sulle numerose controversie subito insorgenti. Ma nell’attesa j i greci occupavano Santi Quaranta e poi Giannina, il cui presidio si arrese (5 e 6 marzo). Le ostilità continuarono mentre il consiglio discuteva; era evidente che tutti gli alleati non avrebbero deposto le armi fino alla padronanza effettiva di quegli obbiettivi territoriali per i quali combattevano, nella lusinga che il fatto compiuto potesse valere per le decisioni di Londra. Ma le grandi potenze decisero che Scutari fosse assegnata all’Albania ed ingiunsero a serbi e greci di sospendere le ostilità contro i territori albanesi. I serbi arrestarono l’avanzata su Durazzo. Però il giorno 14 marzo gli alleati balcanici esposero le proprie condizioni di pace. Secondo queste, la Turchia doveva essere ridotta alla capitale ed al territorio della Tracia limitato dalla linea Rodosto — capo Malatra (a sud-est di Midia) fatta eccezione della penisola di Gallipoli oltre l’istmo di Bulair; tutte le isole dell’Egeo dovevano essere cedute agli alleati; Creta doveva essere definitivamente annessa alla Grecia; doveva essere ammesso il diritto degli alleati ad una in-