DAL 1933 AL 1937 9. Uccisione di Alessandro 1 di Jugoslavia; la reggenza [on. 1934-1936). Abbiamo seguito la Jugoslavia fra le agitazioni interne ed esterne del 1933; nei primi mesi del 1934, la tensione pareva giunta all’insopportabile; tutti i giornali d’Europa e d’America (l’America seguì sempre con particolare interesse gli avvenimenti balcanici, a causa delle numerose colonie slave, specie croate, ivi esistenti) erano pieni di descrizioni del disordine jugoslavo e di previsioni oscure circa il prossimo avvenire. Si aggiunga che, in occasione del tentato colpo di stato nazional-socialista a Vienna e del rifugiarsi di alcune migliaia di nazisti su territorio serbo, nonché di talune manifestazioni di simpatia di autorità serbe nei loro riguardi, era nato un certo allarme francese; il che mostrò ancora una volta quante apprensioni europee provochi ogni turbamento in quel punto nevralgico del continente. Ma nell’autunno del 1934 un improvviso grave avvenimento venne a commuovere il mondo civile: il giorno 9 ottobre congiurati macedoni e croati recatisi appositamente a Marsiglia assassinarono re Alessandro di Jugoslavia che si recava a Parigi. La tragedia si svolse fulminea, mentre appena cominciava a svolgersi il solenne corteo attraverso la città; col re fu ucciso anche Luigi Barthou, ministro degli esteri di Francia, che sedeva al suo fianco; vi fu ferito anche un generale francese. L’assassino fu ucciso dal furore del popolo. La successione al trono avvenne come re Alessandro aveva lasciato scritto nel suo testamento politico del gennaio dello stesso anno 1934. Il figlio Pietro, undicenne, veniva eletto re, ma con una reggenza della quale erano state precisate le persone : il principe Paolo Karageorgevic, 19 289