VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI una visione sicura della futura grandezza ungarica-Con il ripiegamento sul medio Danubio delle orde ungariche che avevano terrorizzata l’Europa, entrò in quella regione anche il cristianesimo: nel 966 re Geizza si fece cristiano e sposò una cristiana; suo figlio Stefano I fece del cristianesimo la religione dello stato; egli ottenne dal papa Silvestro II, per il regno già perfettamente definito, quella storica corona che fu poi detta appunto Corona di Santo Stefano e che compendia — secondo gli ungheresi — diritti aviti santi e indistruttibili. Nel 1095 salì al trono Colomano; già lo vedemmo impossessarsi della Croazia, con che l’Ungheria si affacciò all’Adriatico e venne a contatto con Venezia. La caratteristica della dominazione ungarica, nettamente contrastante con la bulgara, fu la intransigenza del suo nazionalismo; intransigenza tale da impedire ogni fusione dei magiari con i popoli assoggettati. Questa caratteristica ebbe particolari influenze sulla storia di quel regno, lo tenne in guerra coi vicini per mille anni, e infine preparò il terreno alla catastrofe del 1918. Fatto storico ungherese che interessa la Penisola balcanica fu la terribile invasione delle orde mongole che sotto i discendenti di Gengis Khan si rovesciarono nel secolo XIII sull’Ungheria, sulla Serbia e sulla Dalmazia, tendendo all’Italia. Ma per le resistenze delle terre invase e specialmente per la guerriglia ungherese che seppe isolare in permanenza l’invasore dalle sue terre di origine, dopo quindici mesi di inaudito martirio balcanico, la terribile ondata mongolica si ritirò lasciando uno strascico di miserie rimasto leggendario- La terribile vicenda di Gengis Khan induce ad alcune considerazioni sulla funzione storico-geografica della re- 38