VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI rimasta fedele; e fu mercè l’energia sua che il Governo potè superare vittoriosamente la grave crisi. La marina ribelle si diresse alla Canea, per mettersi agli ordini del capo acclamato, ed in mare fu attaccata dalla parte dell’aviazione rimasta fedele- Si schierarono apertamente per la rivolta le popolazioni di Tracia, di Macedonia, e delle isole di Scio, Mitilene, Lemno e Creta; la guerra marittima si ridusse ad innocue corse; quella per terra si conchiuse sullo Struma ove l’esercito regolare affrontò la massa dei reparti ribelli addensatisi nella Tracia occidentale. Il giorno n, appunto sullo Struma, avvenne lo scontro decisivo. I rivoltosi andarono dispersi ovunque. Venizelos, che era estraneo al moto e lo disapprovava, si rifiutò dapprima di assumerne la direzione, ma quando i suoi partigiani (fra i quali erano certamente molti uomini della fortuna sua e della Grecia), già sul declinare della fatale impresa, furono posti al bando come disertori e traditori, egli non seppe ricusare la sua solidarietà. Fu decisione umana, ma fu deplorevole, specie per la fama dell’uomo, perchè quell’atto doveva porre termine ingloriosamente alla sua lunga vita politica. Il generale Plastiras, che doveva inizialmente dirigere la rivolta, era all’estero e, causa la sorveglianza speciale delle frontiere, non potè recarsi ad Atene- Sopraffatta la ribellione sullo Struma, la flotta ribelle, scarsa di rifornimenti e senza guida, finì il suo compito trasportando Venizelos con la famiglia su di un’isola italiana del Do-decaneso e sbarcando altrove tutti gli altri elementi compromessi. Si può immaginare quel che avvenne appena ristabilita l’autorità del governo. Le vendette furono subito ini- 294