DAL 1919 AL 1920 di contadini (scoppiate nel giugno 1936 e soffocate con metodi serbi) contro il governo di Belgrado, inducono a esaminare con maggior attenzione gli avvenimenti postbellici della piccola nazione. Il trattato di Londra dell’aprile 1915 attribuiva « alla Serbia e al Montenegro » la parte meridionale della Dalmazia, le Bocche di Cattaro e l’Erzegovina : con ciò riconoscendo il diritto del piccolo regno non solo a vivere ma anche ad ingrandirsi dopo la guerra. Ma l’assemblea montenegrina di Podgorizza volle d’un colpo cancellare ogni precedente disposizione, mentre le potenze impedivano il ritorno in patria della corte e del governo montenegrini, rifugiatisi in Francia dopo la ritirata compiuta con l’esercito serbo al principio del 1916. Quando poi truppe francesi occuparono il Montenegro, il loro comandante ne dichiarò senz’altro l’annessione alla Serbia : con che veniva compiuto un vero colpo di mano in favore di Karageorgevic. Sentite le proteste montenegrine a Parigi, la Conferenza della pace annullò quelle deliberazioni (13 gennaio 1919) rimandando le decisioni a nuovo esame. Belgrado aveva però per alleato zelante il governo francese, e Pasic era un diplomatico espertissimo. Questi seppero condurre il Consiglio degli ambasciatori a riconfermare l’annessione incondizionata (2 die. 1920). Il governo serbo represse le conseguenti rivolte montenegrine, implacabilmente, e le operazioni relative durarono quattro anni, fino a soffocare ogni voce. La piaga coperta non è però rimarginata e potrebbe riaprirsi in modo inquietante nel caso di eventi diffìcili del regno; del quale pertanto è un fattore di debolezza che potrebbe aggiungersi agli altri noti. 221