VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI suo contatto con la Bulgaria avvenne durante i regni di Boris e di Simeone. Quando morì quest’ultimo, la Serbia era all’inizio di un periodo di floridezza, essendo essa retta da una dinastia che per l’armonia dei suoi membri dava un esempio eccezionale nei Balcani: la famiglia dei Nemania, fra i cui membri deve ricordarsi il principe Saba, fattosi frate e divenuto potentissimo é venerato qual santo. Egli, salito in grande stima anche alla corte di Costantinopoli (ove la Serbia ancor non destava le preoccupazioni della Bulgaria), giovò assai all’ autorità della sua casa ed ebbe nella lunga vita (1169-1236) la fortuna di coronare nella capitale di Pristina tre successivi regnanti che dalla sua ispirazione trassero continuità di indirizzo. Le lotte contro la Bulgaria, che i saggi principi serbi cercarono di differire fin che poterono, erano però una fatalità storica. Esse scoppiarono nel 1321, regnando in Serbia Stefano IV; i bulgari furono sconfitti a Custendil (1330) e perdettero la Macedonia. Guidava i serbi il principe Duscian, l’astro sorgente della fortuna serba, che successe al padre nel 1336. Con re Duscian la Serbia toccò il culmine della sua grandezza in ogni campo: politico, culturale, militare. Il potere e l’ascendente di quel regnante nei Balcani fu tale che a lui volonterosamente si sottoposero anche i paesi confinanti, e cioè Sirmia, Ragusa, Albania, le terre ioniche di Giannina ed Arta, Epiro e Tessaglia. Persino la Bulgaria parve associarsi alle mire di Duscian sulla capitale bizantina, favorendone la conquista. Perciò Duscian, preparato un forte esercito, nel 1356 invase e sottomise la Tracia, poi mosse verso Costantinopoli. Giunto presso la città, morì, colto da improvvisa febbre, ancora nel pieno vigor degli anni. 22