DAL 1878 AL 1903 tità musulmani emigrati dalla Bosnia-Erzegovina in seguito all’occupazione «provvisoria» del governo austriaco. Ma la terra delle questioni più ardenti fu la Macedonia. La popolazione macedone era prevalentemente bulgara nell’interno, greca sulle coste. V’erano poi molti turchi e nuclei di tutte le altre nazionalità balcaniche. La penisola Calcidica è assolutamente greca (salvo i numerosi conventi costituiti da frati slavi, avanguardia forse della Russia); ma essa non si può considerar propriamente parte della Macedonia e più opportunamente potrebbe esser considerata fra le isole greche dell’Egeo(i). Nella Macedonia propriamente detta l’elemento greco predomina dalle coste egee fino alla gola del Vardar, fra il golfo di Salonicco ad ovest e il golfo di Orfani ad est. È questa la zona ove l’ellenismo poteva accampar maggiori diritti di fronte al bulgarismo che vi contava pure molti abitanti e soprattutto ottime scuole. In tutta la rimanente parte i diritti bulgari erano indiscutibilmente superiori, come andavano ai bulgari le simpatie della maggior parte della popolazione. Alla Macedonia pretendevano pertanto l’Austria con nessun diritto, la Serbia con diritti discutibili, la Bulgaria e la Grecia con diritti parziali, in rapporto alla diversa dislocazione dei loro connazionali. Le propagande di queste tre nazionalità balcaniche, nella indifferenza del dominatore turco, erano esercitate come se ognuna avesse sulle regioni irredente diritti storici ugualmente riconosciuti. Effettivamente sì bulgari che greci potevano riconoscere come nella Vecchia Serbia e (1) Tale concetto vedemmo seguito nella ripartizione del trattato di Santo Stefano. 99