- 208 -*3> piedi 9 */2. La lunghezza della nave nella coperta riusciva di piedi 85, e fino agli slanci delle estremità toccava i piedi no veneziani, eguali a metri 3i,32o. Altri ragguagli si leggono in quel prezioso manoscritto, i quali l’amore di brevità che ci siamo prefissa non ci permette di qui riportare, e ci basta aggiungere che questo genere di navi portava un solo timone e non già due, come si è fatto osservare parlando delle navi quadre ; che la larghezza della pala, ossia parte immersa del timone stesso, esser doveva di piedi 4; finalmente, che a corredo e pel servizio di una nave latina si assegnavano due battelli ed una gondola.La gondola era lunga piedi 24, cioè quanto la bocca del naviglio, ed i battelli, uno lungo tanti piedi quanti passi misuravano due volte la lunghezza della nave in coperta con un piede di più, lo che dava a questo la lunghezza di piedi 3i, l’altro battello era più corto di piedi 8, quindi lungo soli piedi 23. GALERE GROSSE. Legno da guerra. Questa era una grande modificazione delle galee del IX secolo e delle galee lunghe del secolo XI. L’eruditissimo nostro Gallicciolli, tanto benemerito per la quantità delle memorie patrie, che con instancabile perseveranza giunse a raccogliere, ci lasciò scritto che nel 1298 su quel terreno alla sponda del canale prossimo alla piazza di San Marco, ove adesso verdeggiano i giardini reali, e che allora dicevasi terranova, vennero costruiti i5 navigli destinati al commercio della Romania, e furono i primi che col nome di galere grosse sieno stati distinti. AH’autorità riportata dal Gallicciolli, aggiungeremo che l’invenzione delle galere grosse viene attribuita a certo Demetrio Nadal veneziano, il quale nell’anno 1294, cioè quattro anni prima di quelle fabbricate in terranova, per uso di commercio costruiva entro il nostro arsenale la prima galera grossa da guerra. Questo legno, di cui ci rimangono alcune misure, viaggiava a remi e simultaneamente anco a vele. Alcune galere grosse del XIV secolo portavano fino 100 remi, e, secondo quanto rilevasi da un documento 22 settembre i3i8, alcune erano lunghe piedi ii5 e pollici 3, metri 40,600, larghe in bocca piedi i5, pollici f\. Puntale, ossia altezza presa nel mezzo della coperta, piedi 7, pollici 2. Andavano provvedute di alcune vele, che dice-vansi artimon, terzaruolo, papafigo e cochina. Anco su questi legni, che muniti erano di castelli o parti elevate alle due estremità e di un riparo nel mezzo atto a eoprire i soldati, quale ora si direbbe corsia, si usavano macchine da slancio, fra le quali distin-guevansi le pertichette o perdicette, e le terribili balestre, nell’esercizio delle quali erano celebri e si distinguevano i balestrieri veneziani. Parecchi autori danno partitamente anche la quantità dell’equipaggio e de’galeotti, che, secondo la grandezza della galera, erano 4 ed anche 5 per ogni remo, e danno pur anche le classi de’vari impieghi del personale e le paghe di sistematico assegno; le quali cose non vogliamo qui ripetere, siccome di non generale interessamento. Ci limiteremo solo a far conoscere che 60 di queste galere grosse, di ordinaria grandezza, richiedevano pel loro equipaggio i5,ooo uomini attivi, e che la spesa del loro armo ascendeva in un anno a fiorini d’oro 432,000 (5 milioni di franchi circa), lo che ci vien fatto sapere dal nostro cronicista Marino Sanudo. La galera grossa vedesi nominata in una lapida tuttora esistente in arsenale con l’epoca 2 marzo 1641. Dopo la metà del XV secolo le galere grosse si portarono a dimensioni minori.