VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI quelli meridionali, che interessavano soprattutto l’Italia, non si presentava facile da risolvere. L’Italia sosteneva due postulati, ai quali si opponeva la Grecia, spalleggiata dalla Francia. Voleva l’Italia che il confine albanese arrivasse fino al Capo Stilo, affinchè non restasse tutto in mano della Grecia il Canale di Corfù, tanto importante per il dominio del Canale d’Otranto epperò del basso Adriatico; e che il confine terrestre includesse Coritza, grosso centro di nazionalità spiccatamente albanese, necessario alla prosperità del futuro stato albanese che l’Italia desiderava si costituisse in forma solida e vitale. 12. Paci di Bucarest e di Costantinopoli (ag.-ott. 1913). Il 9 di agosto 1913 fu firmato il trattato di Bucarest: la Bulgaria dovette subire la volontà degli alleati divenuti nemici e cedere alla Rumenia una zona della sua antica terra di Dobrugia fra Turtucaia sul Danubio e Baleic sul mar Nero, obbligandosi a radere al suolo le sue fortificazioni per 20 chilometri dal nuovo confine rumeno. Il giorno n di agosto lo Zar Ferdinando in un ordine del giorno all’esercito, salutando i suoi soldati, accusava di tradimento e fellonia gli alleati balcanici, e diceva di avere dovuto, per risparmiare sorte peggiore, lasciarsi spogliare di Monastir, Prilep, Salonicco e Seres, paesi tutti di fratelli, riscattati col sangue di tante migliaia di eroi. Il gran consiglio degli ambasciatori, dopo avere fissati i confini dell’Albania ed ingiunto alla Grecia di sgombrare le terre da essa ancora occupate, fece uguale intimazione alla Turchia (11 agosto) per Adrianopoli; ma la Turchia, forte di precedenti intese con gli antichi avversari balcanici e con la Rumenia, non ottemperò al- 162