DAL 1920 AL 1933 biente propizio allo sviluppo di un metodico e sicuro risorgimento, fu da Kemal scelta altra località, e precisamente Ankara, centro di un altipiano rude ed abitato da una razza vigorosa e battagliera, naturale fortezza turca del-l’Anatolia. Il che naturalmente non doveva includere alcuna rinuncia territoriale in Europa, specie della capitale. I fatti di Smirne richiamarono molti nuovi seguaci intorno alla bandiera della rivolta di Kemal e accrebbero la popolarità del suo movimento. Le decisioni della Conferenza della pace sulle questioni greche non vollero tener conto di questa organizzazione rivoluzionaria, che fu giudicata un fatto transitorio, com’erano stati un po’ tutti i movimenti turchi dal 1908 in poi. Studiate nei particolari nelle riunioni interalleate di San Remo (aprile 1920), quelle decisioni furono concretate nel Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920. La Grecia ebbe confermato il possesso dell’Epiro e della Macedonia meridionale; ottenne inoltre la Tracia occidentale fino alla Maritza, più un ampio mandato in Anatolia, compresa la provincia di Smirne. La Tracia orientale fu lasciata in occupazione provvisoria alla Grecia, meno Costantinopoli che doveva ritornare alla Turchia, sempre che questa avesse mantenuto gli impegni dell’armistizio di Mudros. Una corrente (inglese) era favorevole a concedere alla Grecia anche Costantinopoli; ma su questo punto erano subito rinate le gelosie antiche per gli Stretti e nulla venne deciso: anche questa volta le gelosie europee ebbero per risultato di mantenere Costantinopoli alla Turchia. Il governo di Ankara dall’aprile 1920 aveva la sua Assemblea nazionale ed il suo Presidente eletto, nella persona di Kemal Pascià. Questi, vedendo il Sultano ormai 253