VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI già si disse, alcune plaghe dei monti del Pindo, della vecchia Serbia e della Macedonia. Queste colonie valacche vissero a lungo in mezzo a genti d’altra stirpe, senza manifestare aspirazioni nazionali. Ma coll'accentuarei del movimento nazionale rumeno anch’esse si sentivano attratte verso la grande famiglia di lor lingua. La Ru-menia, sollecita di questi suoi figli lontani, ne alimentò i sentimenti nazionali con scuole e con sussidi. I nuclei rumeni della Macedonia però videro sempre la patria troppo lontana per aspirare ad una unione effettiva. In tali condizioni essi costituirono un elemento di complicazione di più in quella terra già così irta di problemi etnici difficili. Infatti, per tema del predominio greco ed anche dello slavo, quelle popolazioni rumene si mantennero fedeli alla dominazione turca come al minore dei mali. 2. Gli Jugoslavi soggetti aU’Austria-Unghena. Più complessa rimaneva, dopo i deliberati di Berlino, la situazione dei paesi serbi e croati. I croati di Croazia e di Slavonia, che nel 1848-49 avevano fedelmente aiutato la Casa d’Austria contro i ribelli ungheresi, si trovarono, per effetto del nuovo regime dualistico instaurato nel 1867, interamente soggetti al governo ungherese. Essi male lo sopportavano e reclamavano l’autonomia « croata ». Alimentò tali aspirazioni l’Austria, poiché esse tendevano almeno idealmente a costituire nell’impero un blocco croato, per tradizione secolare devoto alla corona d’Ab-sburgo, una forza capace di controbattere sia le velleità egemoniche dei magiari sia le mire espansioniste dei serbi. In realtà tra serbi e croati non esisteva ancora nessun 86