DAL 1919 AL 1920 2. Mutilazioni dell’Ungheria. Le questioni lasciate dai trattati tra l’Ungheria e tutti gli stati confinanti, esclusa l’Austria, sono assai più gravi. Qui esamineremo soltanto le grandi questioni territoriali, quelle che non possono sperare soluzioni di adattamento senza complicazioni pericolose, o, migliore augurio, senza pacifici accordi fra gli stati interessati, che modifichino sostanzialmente le decisioni dei trattati di pace. Il trapasso di ampie terre di popolazione mista da uno stato ad un altro, doveva portare di conseguenza l’inclusione nei singoli stati di più o meno cospicue minoranze allogene. I giovani stati, giunti d’improvviso ad una realizzazione superiore ad ogni speranza, sospinti anche (bisogna convenirne) da preoccupazioni di difesa preventiva che non erano senza fondamento, si diedero con ogni possa a snazionalizzare le minoranze allogene rimaste incluse nei loro nuovi confini; e fecero talvolta man bassa su istituti civili, scolastici, ecclesiastici, ecc., mettendo leggi draconiane e restrittive a danno dei non connazionali, in evidente contrasto con lo spirito dei trattati. Questa politica fu quella che creò e fomentò, in luogo degli irredentismi d’anteguerra, i nuovi e non meno appassionati irredentismi nei paesi balcanici e danubiani. Vedasi ad esempio l’Ungheria. Essa protesta per le inique condizioni fatte agli ungheresi che son diventati sudditi d’altri stati : numerose pubblicazioni di associazioni religiose o civili sono lanciate in proposito quali appelli all’opinione pubblica mondiale, e sono proteste in gran parte giuste- Cecoslovacchia, Rumenia e Jugoslavia si difendono rinfacciando all’Ungheria il secolare asser- 209