DAL 1920 AL 1933 di politica internazionale del suo nuovo governo; a tale atto fu dato (e in ciò si vede l’opera costante di pace e di accordo tentata ovunque possibile da Mussolini) grande risalto da entrambe le nazioni. Subito dopo questo suo successo, Venizelos si volse con uguali intenzioni alla Jugoslavia ed alla Turchia. Con la Jugoslavia i negoziati furono assai lunghi, chè la questione di Salonicco, pur avendo avuto un equo assetto dai predecessori di Venizelos, lasciava quella tuttora insoddisfatta. Finalmente, dopo circa sei mesi di trattative, e cioè il 15 marzo del 1929, poterono essere conchiusi fra quei due stati un patto di arbitrato ed una convenzione per Salonicco, nella quale trionfò ancora — e qui certamente anche per influenza dell’Italia — il concetto che nelle concessioni greche alla Jugoslavia, larghissime dal punto di vista commerciale, fosse escluso ogni uso militare : dopo i quali notevoli fatti i due governi addivennero, il 28 marzo 1929, alla firma in Belgrado del patto di amicizia, che dura tuttora. Con la Turchia gli accordi furono assai difficili causa le gravissime questioni relative ai profughi, questioni che erano state lungamente studiate da apposite diligenti commissioni della S. d. N-, ma con risultati non ancora soddisfacenti; tuttavia anche con la Turchia Venizelos riuscì a concludere, il 31 ottobre del 1930, in Ankara, un trattato di amicizia, di arbitrato e di conciliazione, nonché convenzioni di commercio e di navigazione; ed anche questi patti vigono tuttora. Il secondo grande ministero di Venizelos durava da un lustro, quando dovette anch’esso soccombere all’opposizióne dei malcontenti. La crisi economica, che in quegli anni metteva alla prova tutte le nazioni del mondo, 269