DAL 1903 AL 1912 che ancora speravano di poter raggiungere una pacifica convivenza coi turchi entro i confini dello stato turco. Così mentre il comitato « Unione e Progresso », con la consueta prepotenza e con gli intrighi per tenere ad ogni costo il potere, spingeva il paese alla rivolta, 1’« Intesa ' liberale » si preparava ad assumerne l’eredità. Fra questi partiti, entrambi progressisti e nazionali, furono diversi i tentativi di accordo; ma i contrasti personali non seppero tacere neppure dinanzi al bene supremo della patria e tutti fallirono. Ad aggravare la situazione interna dovevano presto aggiungersi le rivolte nelle regioni dell’impero e special-mente in Albania e in Macedonia. In Macedonia ripresero già nell’inverno 1911-12 le gesta dinamitarde dell’O.R.I.M., tendenti, quali all’autonomia macedone, quali all’annessione alla Bulgaria. A questi fatti facevano eco in Bulgaria dimostrazioni nazionaliste ed articoli di giornali lumeggiami il contrasto fra il progresso civile della Bulgaria e lo spettacolo triste dello stato limitrofo lacerato dall’anarchia. Si preparava l’opinione pubblica ad eventi che da tempo si attendevano ed or parevano maturi. In Albania gravi sommosse erano state preconizzate per la primavera del 1912, in favore di una autonomia amministrativa: gli albanesi, in sostanza, volevano essere liberi, portare armi e non pagar tasse. L’imposizione di forti tasse li faceva nemici del nuovo governo, più rigido esattore del precedente, e poiché esso diveniva ognor più esigente, la rivolta avrebbe dovuto esser più del solito accanita. I turchi tentarono dapprima sopirla mandando truppe a Scutari; ma queste si trovarono in tale contrasto con 133