VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI La prepotenza delle autorità turche, e in special modo dei capi dei giannizzeri, detti dey, era nei paesi serbi giunta a tal punto da impensierire seriamente anche il governo centrale. L’irritazione contro di essi aveva prodotto uno stato di rivolta latente fra i soggetti, cristiani e musulmani. I dey, illudendosi di soffocare l’insurrezione che sentivano vicina, ricorsero ad un mezzo estremo, e nel 1804 fecero arrestare come rivoltosi e decapitare gli uomini serbi più cospicui. Ma così diedero fuoro alle polveri : i capi superstiti, rifugiatisi fra i monti, decisero la rivolta ed eilessero a capo il più valente di loro : Giorgio Petrovic detto il Nero, o Kara Giorgio, popolano dedito alPallevamento del bestiame, noto per il suo coraggio e già distintosi guidando una compagnia di serbi nelle guerre dell’Austria contro i turchi. La rivoluzione del 1804 contro i dey non fu dapprima invisa al governo turco, che abbandonò i dey al loro destino lasciando ai rivoltosi il compito di farne giustizia. Ma avuta coscienza di lor forza, i serbi non vollero più sapere di altri governatori turchi e pretesero governarsi da soli. Dopo lunghe trattative che, grazie all’intromissione del governo russo, durarono parecchi anni, un esercito turco entrò in Serbia per domare i ribelli. Kara Giorgio lo sconfìsse replicatamente riuscendo a mantenere il paese libero e tranquillo fino al 1809. Ma in questo frattempo un vecchio male si manifestò nel popolo serbo, quello delle discordie intestine. I numerosi capi serbi, invidiosi della gloria di Kara Giorgio, suscitarono nel paese opposti partiti che riuscirono fatali alla libertà popolare. Il turco ne approfittò per riprendere parte della sua autorità. La Russia, separatamente invocata dai due partiti, prese al balzo l’occasione per fare 58