VICENDE E PROBLEMI DEI BALCANI 14. Congresso di Berlino (i8y8). Ma le potenze europee, allarmate dalla strapotenza che la Russia veniva ad avere sulla Penisola, nonché dalla debolezza del turco ridotto a Costantinopoli ed a poche terre costiere (1), non riconobbero il trattato di Santo Stefano e convocarono un congresso a Berlino per dare alla Penisola un assetto meglio rispondente all’equilibrio europeo. Nulla fu mutato alla decisione del trattato di Santo Stefano nei riguardi della Rumenia e ciò, malgrado l’autorità del Bismarck che presiedeva il congresso, non fu giustizia nè avvedutezza politica. La restituzione della Bessarabia alla Rumenia avrebbe eliminata una sorgente di malumori fra Russia e Rumenia; e avrebbe contribuito a rinforzare uno stato che, messo quale cuneo fra la potenza russa e la bulgara, sarebbe stato garanzia contro possibili intese militari russo-bulgare. E neppure fu corretto l’altro errore concernente la Dobrugia. La grande Bulgaria del trattato di Santo Stefano fu scissa in tre parti. Rimase indipendente soltanto un principato di Bulgaria dal Danubio ai Balcani, sotto « l’alta (1) Turco restava un territorio informe spezzato in tre frammenti. Il primo, costituito dalla Tracia orientale e dalla parte inferiore della valle della Maritza, il distretto di Adrianopoli compreso, rimaneva cittadella del turco fra i tre mari, conservando la costa dell’Egeo fino al suo punto più settentrionale. Il secondo era la penisola Calcidica, che il confine tagliava nettamente lasciando sila Bulgaria la costa dei due golfi laterali nonché il porto di Salonicco. Il terzo, costituito da Tessaglia, Olimpo, Epiro, Albania e Vecchia Serbia, si prolungava come lunga striscia nel distretto di Novi Bazar, separando la Serbia dal Montenegro. Restavano così bulgare le regioni di Salonicco, Corizza, Qchrida ed Uskub, ossia quelle terre della Macedonia che rappresentarono di poi sempre le aspirazioni nazionali dei bulgari. 80