DAL 1920 AL 1933 e il ministro jugoslavo, veniva ufficialmente riconosciuta « l’utilità di rendere più efficace, nel comune interesse, la collaborazione stabilita dal Patto di amicizia esistente da due anni fra i due Paesi ». Parve allora che veramente dovesse cominciare un’era di pace fra le due nazioni; ma poco dopo Belgrado fece un nuovo e palese cambiamento di rotta. Peggio, da quell’epoca cominciò una politica serba di aperta ostilità all’Italia, ed insieme di crescenti armamenti: nella quale condotta non si potè dissimulare l’influenza di Parigi. Naturalmente lo spirito e l’azione italiana si intonarono alle provocazioni. Tuttavia i tentativi italiani per un miglioramento di rapporti non cessarono: il giorno 25 luglio del 1927 furono firmati in Roma accordi concernenti agevolazioni ai traffici ungheresi nel porto di Fiume- Ma neppur essi ebbero applicazione, e le cose non mutarono fino a quando non mutò in modo deciso l’orientamento della politica jugoslava: il che avvenne soltanto nel corso del 1936. Allora i fatti dettero finalmente ragione a quella che era da un pezzo la convinzione italiana: che soltanto la collaborazione economica italo-jugoslava, la quale è fondata su reali interessi reciproci ed è suscettibile di larghi sviluppi, potrà risolvere l’antico contrasto tra slavi e latini nella regione adriatica, con positivo vantaggio per italiani, croati, ungheresi, serbi ed in genere per tutta l’Europa. 7. Politica interna della Jugoslavia, dalla unificazione alla dittatura (1918-1929). Per ben comprendere la politica estera jugoslava, bisogna sempre tener presente quella che fu, dagli inizi del regno uno e trino, la più importante e difficile sua que- 243