DALL’IMPERO ROMANO AL 1815 dire che colpivano specialmente le genti cristiane. La potenza dei bey crebbe in tal misura da sfidare la stessa autorità del sultano; e non fu raro il caso della sconfitta di eserciti del sultano mandati a reprimere i tentativi di indipendenza d’un bey. I bey furono poi, ed era naturale, i più feroci oppositori di ogni tentativo di riforma da parte del governo turco, quando il progresso civile degli stati europei ne mostrò anche a Costantinopoli la improrogabile necessità. Così fra turchi e greci, i gravami imposti dagli uni e dagli altri, fra le prepotenze dei bey e la tracotanza delle milizie (soprattutto del corpo dei giannizzeri), fra le scorrerie dei briganti e le rapine degli zingari, i popoli cristiani della Penisola erano sul finire del XVIII secolo venuti a quello stato miserando che solo si può intendere per totale servitù. Nessuna meraviglia dunque se driz-zaron l’orecchio alle prime voci di libertà che venivan d’occidente e che spinte dal soffio potente dell’azione napoleonica, erano giunte fino alle rive del mar Nero. 17. Politica dell’ Austria, della Russia, della Francia e dell’Inghilterra (sec■ XVII-XVI1I). Sul finire del secolo XVII la Turchia estendeva la sua sovranità sulle terre del mar Nero fino al mar d’Azof e alla penisola di Crimea. Ma alla vastità dei possessi più non corrispondeva quella vigoria che era stata ragione prima della rapida ascesa. Per uno stato basato esclusivamente sul dominio militare era necessaria una costante superiorità di forze e una indefettibile energia di comando: ma ormai a Costantinopoli s’erano insinuati costumi molli e indolenza orientale. La decadenza turca 4 49