DAL 1933 AL 1937 Non poteva essere da meno l’Intesa Balcanica, che proprio allora si stava costituendo ed era rivolta essenzialmente contro la Bulgaria. Dopo diverse riunioni preparatorie, il « patto organizzativo » dell’Intesa Balcanica fu firmato in Atene il 9 febbraio del 1934; nel contempo fu rivolto un insistente invito alla Bulgaria (specie da parte jugoslava) di aderirvi. Questa non aderì, come non aderì l’Albania, alla quale furono rivolti consimili inviti. In Grecia si dimostrò recisamente contrario a quel patto balcanico il partito venizelista, che aveva saputo ritardarne la conclusione fino a quell’ora. Nell’autunno del 1935, dopo l’assassinio di re Alessandro di Serbia (del quale parleremo più avanti), si ebbe una nuova riunione speciale della Intesa Balcanica; in essa tutte le quattro potenze che ne fanno parte confermarono la volontà di mantenersi fedeli alle intenzioni attribuite a quel sovrano ed al ministro francese caduto con lui. Identici concetti furono poi ribaditi ancora il 5 maggio del 1936 (mentre duravano le sanzioni contro l’Italia); similmente si andarono ripetendo (Grecia però male aderente) espressioni di solidarietà fra le due Intese dei paesi danubiani e balcanici. L’opinione pubblica eu- 2° (nella sua prima proposta ben altrimenti esplicito): « Per quanto concerne il Patto della S. d. N. e in particolare degli articoli io, 16, 19, le Alte Parti contraenti decidono di esaminare fra loro e sotto riserva di decisioni che non possono essere prese che dagli organi regolari della S. d. N., ogni proposta relativa ai metodi e alle procedure atte a dare il dovuto effetto ai detti articoli ». L’articolo 19 del Patto della S. d. N., il più importante in merito alla possibilità prevista di una revisione, dice: « L’assemblea può di tempo in tempo invitare i membri della Società a procedere a un nuovo esame dei trattati divenuti inapplicabili, nonché delle situazioni, il cui perpetuarsi potrebbe mettere in pericolo la pace del mondo ». 277